Declassamento del lupo: non è tutto in discesa

lupo

Il Comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa (sottoscritta il 19 settembre 1979 ed in vigore dal 01 giugno 1982) ha adottato una proposta dell’Unione Europea volta a modificare lo status di protezione del lupo (Canis lupus): da “specie di fauna strettamente protetta” a “fauna protetta”.

Non sono mancati, in Provincia di Belluno, i soliti toni trionfalistici. Sono, peró, giustificati?

In primo luogo, vi é un aspetto procedurale da tenere ben presente: l’emendamento entrerà in vigore solo tra tre mesi a condizione che un terzo delle Parti della Convenzione di Berna non si opponga (se l’opposizione arriva a meno di un terzo, la decisione sará efficace unicamente per le Parti che non si sono opposte). A questo primo step dovrá discendere sia l’adeguamento della direttiva “Habitat” dell’UE, sia le leggi degli Stati membri.

In secondo luogo, é certamente vero, da un lato, che il declassamento non aprirá la “caccia al lupo”, anche se sarà più facile abbatterlo in situazioni di conflitti reiterati con l’uomo e con gli animali da allevamento, tuttavia, dall’altro, si tratta dell’ennesima scelta di una politica che cerca di dimostrare di “fare qualcosa”. Perché, invece, visto che l’ISPRA (l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale istituito con d.lgs. n. 112/2008) ha giá dato il via libera all’abbattimento di alcuni lupi laddove vi sia un pericolo per l’uomo e per la sua attivitá di allevamento anche sul piano delle ingenti perdite economiche, non si é intervenuti sugli aspetti burocratici e si é puntato ad un declassamento dagli esiti lunghi ed incerti in termini di declinazione legislativa?

Daniele Trabucco – Costituzionalista

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