Perché il presidente Yoon Suk Yeol ha tentato di imporre la legge marziale in Sud Corea?
di Antonio Amorosi – I media occidentali non raccontano la condizione di isolamento del presidente, come rammentano gli analisti sudcoreani in queste ore, e quindi hanno tentato di leggerne le mosse parlando di eventuali venti di guerra in Asia e altri “gomblotti”. Con grande spettacolo mediatico a corredo.
Nelle ore precedenti l’uscita di Yoon l’Assemblea nazionale della Corea del Sud, controllata dall’opposizione, era pronta a mettere sotto accusa Choe Jae-Hae, presidente del Board of Audit and Inspection, e tre procuratori chiave perché non indagavano sulla moglie di Yoon, la first lady Kim Keon-hee, accusata di manipolazione azionaria e regalie da soggetti privati (si parla di una borsa di lusso).
In più Yoon Suk Yeol, con il suo partito, ha perso le ultime elezioni del 10 aprile ed ha visto crollare il proprio consenso di ben 17 punti percentuali. Anche grazie allo sviluppo tecnologico Sudcoreano nel Paese si attribuisce grande peso ai sondaggi
Yoon è da tempo isolato anche nel proprio partito e l’introduzione della legge marziale con l’appello a difendersi da fantomatici imminenti attacchi dalla Corea comunista sarebbe un escamotage retorico e una mossa disperata per restare al vertice di un potere che oramai lo stava defenestrando. Con effetti immediati sul proprio Paese e sullo scacchiere internazionale.
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