di Francesca Galici – Nuovo assalto al ministero dell’Istruzione a Roma. Giuseppe Valditara è nel mirino della sinistra, sia quella parlamentare che quella extraparlamentare. Le opposizioni attaccano il ministro, reo di aver detto che “il patriarcato, come fenomeno giuridico, è finito con la riforma del diritto di famiglia nel 1975 che ha sostituito la famiglia fondata sulla gerarchia quella sulla uguaglianza”. E che non bisogna “far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”.
Dalla sinistra di opposizione in parlamento si è alzato un coro di indignazione per due assunti che non possono essere smentiti e quelle parole hanno “armato” la rabbia dei giovani di estrema sinistra, che da giorni minacciano Valditara.
Dopo gli attacchi dei giorni scorsi, questa mattina un gruppo appartenente ai collettivi di sinistra ha portato a termine un flash-mob davanti al ministero dell’Interno. I volti sono sempre gli stessi, ben noti, così come le modalità di azione. I muri esterni dell’edificio sono stati imbrattati dalle due attiviste di estrema sinistra con la vernice arancione e con con quella gialla e poi le due, quando sono arrivati gli agenti, si sono sedute in terra per rallentare le operazioni. Il collettivo è “Bruciamo tutto”, quello nato traendo spunto dalle parole di Elena Cecchettin, lo stesso che solo pochi mesi fa ha imbrattato la scalinata di Piazza di Spagna a Roma, e non solo.
“A Roma militanti di estrema sinistra hanno imbrattato il Ministero dell’Istruzione al grido di ‘bruciamo tutto’. Puliscano loro, o pagano mamma e papà di questi cretini”, ha scritto sui social il ministro delle Infrastrutture dei Trasporti, Matteo Salvini, mentre le attiviste hanno rivendicato il gesto sui social con i video.
“Bruciamo tutto” è una frase di una violenza inaudita, ha in sé una implicita minaccia. La stessa frase è stata esposta delle attiviste fuori dal ministero attraverso uno striscione disteso tra le vernici.
Ora la facciata del palazzo del ministero dell’Istruzione dovrà essere ripulito. Il ministro Salvini sostiene che le spese debbano essere sostenute dalle attiviste o dai loro genitori ma, intanto, ancora una volta un palazzo storico è stato sfregiato dalle ideologie.
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