Berlino, zone a maggioranza araba non sicure per ebrei e gay: l’allarme della polizia

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L’Europa è un luogo sempre meno sicuro e l’ultima prova arriva dalla Germania, che negli anni si è pregiata di aver costruito una società multiculturale

Oggi, è la polizia a mettere i tedeschi davanti alla dura realtà: Berlino non è più una città sicura e non è lo è soprattutto per omosessuali ed ebrei. Sembra di fare un passo indietro nel tempo di almeno 80 anni e di tornare negli anni Quaranta, nella Germania nazista. Invece no, perché a rendere insicura Berlino sono le comunità arabe. Lo ha dichiarato ufficialmente l capo della polizia di Berlino Barbara Slowik.

Nel corso di un’intervista a un quotidiano tedesco, infatti, in nome della verità e della sicurezza. Slowik ha voluto parlare molto chiaramente ai tedeschi: “Ci sono aree – e dobbiamo essere così onesti a questo punto – dove consiglierei alle persone che indossano la kippah o sono apertamente gay o lesbiche di essere più attente”. Lungi da lei, ha proseguito, “diffamare” specifici gruppi e comunità etniche, tuttavia, ha proseguito, “ci sono alcuni quartieri in cui vivono persone di origine araba, che hanno anche simpatie per i gruppi terroristici. L’ostilità aperta si articola lì contro le persone di fede e origine ebraica”.

Parole chiare, esplicite e che non lasciano spazio di interpretazione quelle del capo della polizia, che in questo modo vuol mettere in guardia ebrei e omosessuali. Si può, nel 2024, arrivare a tanto?

“Fortunatamente, i crimini violenti contro gli ebrei sono bassi, anche se senza dubbio ogni atto è uno di troppo. Posso comunque capire che la paura e la preoccupazione rimangano”, ha proseguito Slowik. Dai dati in possesso dei media tedeschi emerge che dal 7 ottobre 2003 ci sono state circa 6mila indagini per antisemitismo e, di queste, 1300 sono per violenze. Le parole di Slowik si inseriscono in un contesto di crescente insicurezza in Europa proprio in conseguenza delle ripercussioni dell’immigrazione e della creazione di ampie sacche di estremismo islamico nelle città europee.

La favola della Capitale multiculturale a Berlino è finita nel peggiore dei modi, davanti a un funzionario di polizia realista che, rischiando le solite accuse da parte degli immigrazionisti, ha parlato apertamente per mettere in guardia i bersagli più esposti.
Quanto accaduto ad Amsterdam è stato un monito importante per moltissime amministrazioni e non è detto che non possa essere anche la molla che inverta l’inerzia, per riportare la legalità nelle città. Perché l’integrazione alla cultura locale, per chi vuole vivere in Europa, non può essere un requisito abdicabile in nome del buonismo.
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