Pesaro, 22 ottobre 2024 – Assalita in piazzale Matteotti, con la minaccia di un coltello, alle 5 del mattino. Trascinata come un sacco dietro il chiosco delle piadine e violentata. Piazzale Matteotti diventa lo scenario improvviso dell’orrore, con modalità e scenari che questa città non aveva mai conosciuto. L’assalitore, M.K., è un cittadino del Bangladesh di 30 anni, abita a Loreto, regolare sul territorio, in attesa di ottenere il permesso di soggiorno.
Lei, una donna di origine sudamericana sui 40 anni, è un addetta delle pulizie. Si è salvata urlando: in piazzale Matteotti, a quell’ora, non c’era nessuno, e quando il bengalese l’ha trascinata dietro il chiosco lei per un momento l’ha seguito, temendo il peggio. Poi, quando lui l’ha gettata a terra per consumare l’atto sessuale, lei ha iniziato a gridare: qualcuno dalle case vicine l’ha sentita ed ha chiamato i carabinieri. Quando i militari arrivano, trovano tutti e due seminudi. Il bengalese scappa ma viene preso poco dopo.
La donna stava andando probabilmente a lavorare, forse stava aspettando qualcuno che la accompagnasse. Era in piedi, alla pensilina del bus, lato edicola. L’inizio della sua giornata è un film dell’orrore: ma non è un film.
L’uomo la vede. I due non si conoscono. Lui sta probabilmente finendo la nottata. Forse non è del tutto sobrio. Un amico è stato con lui fino all’una di notte. “Lui ha bevuto solo una Coca Cola”, dirà l’amico, anche lui tra i più sbigottiti di quanto ha appena saputo dell’altro. Ma cosa abbia fatto il bengalese dall’una alle 5 del mattino non si sa. Fatto sta che l’uomo a quell’ora raggiunge piazzale Matteotti. Ci sono molte telecamere, nella piazza e nelle vie adiacenti. Lui arriva da via San Francesco. Pare, sempre in base alle immagini delle telecamere, che indossi una specie di parananza, come il grembiule di un cuoco o di un cameriere. Vede la donna. Ha con sè un coltello da cucina e lo usa come arma. Glielo mostra, forse lo punta alla gola: ha già deciso che vuole violentarla, ha solo bisogno di appartarsi. Quindi la trascina dietro il chiosco di piadine. La donna lo segue, è costretta a seguirlo, terrorizzata. Ma pochi attimi dopo, mentre lui è già riuscito a spogliarsi e a spogliarla, lei capisce che l’unica salvezza è gridare. E lo fa, con quanto fiato ha in gola.
La gente che ha le camere che danno su quel lato della piazza la sentono. Qualcuno si affaccia e al telefono con il 112 descrive la scena: due persone seminude per terra, lui che usa violenza su di lei, lei che chiede aiuto. Una pattuglia del Radiomobile è nei pressi. In pochi attimi arriva sul posto. L’uomo li vede e tenta la fuga. I carabinieri lo prendono a pochi metri di distanza da quel chiosco scelto come alcova violenta e improvvisata. L’uomo tenta di divincolarsi, tanto che sarà accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale. I
l trentenne dal fisico esile, descritto come persona perbene, con la faccia da ragazzino innocente, viene arrestato anche per violenza sessuale e porto d’armi. La donna invece è sotto choc. Viene portata dal 118 in ospedale. Non avrebbe ferite gravi, non risultano ferite di arma da taglio, nonostante le presenza di quel coltello, che per adesso non è stato ritrovato. Per la donna si apre la procedura del codice rosso, come avviene per tutte le vittime di violenza sessuale, fatta o tentata. Viene sottoposta agli accertamenti medici.
L’uomo viene portato a Villa Fastiggi. Nomina il suo legale di fiducia, Michele Mariella. E’ il legale che lo ha assistito in precedenza nelle procedure legate alla richiesta del permesso di soggiorno. Quando il bengalese pareva la persona più innocua e corretta del mondo. Quello che mandava parte del suo stipendio in Bangladesh, alla moglie. Già oggi o forse domani sarà interrogato dal gip. www.ilrestodelcarlino.it