L’Unifil accusa oggi Israele di aver “deliberatamente demolito” una loro torre di controllo. “Hanno usato un bulldozer delle Idf per sfondare anche recinzione perimetrale di una postazione delle Nazioni Unite a Marwahin” scrive in una nota.
“E’ importante restare, ancora più oggi di prima, monitorare la situazione, anche assistere e aiutare la popolazione civile, ma da quando abbiamo deciso di rimanere nelle nostre posizioni abbiamo subito, credo, il sesto o settimo attacco deliberato contro la missione” ha detto a ‘Che Tempo che Fa’ il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, sottolineando che gli attacchi ai Caschi Blu sono “assolutamente preoccupanti” e “devono essere condannati”. “La situazione è sicuramente molto grave però continuiamo a dire che la soluzione militare non è una soluzione. E’ a breve termine. Bisogna trovare una soluzione sia politica che diplomatica”.
I soldati italiani di Unifil “stanno bene, sono veramente motivati, li sento tutto i giorni, fanno un lavoro incredibile in una situazione veramente complicata perché molte ore della giornata le passano nei bunker però riescono ancora a portare dell’assistenza e a monitorare la situazione”. “E’ importante mantenere una presenza internazionale in questo momento”.
Nel comunicato Unifil ha ricordato alle Idf a tutti gli altri attori “i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità delle sedi Onu in ogni momento”. La missione in Libano ha sottolineato che attaccare una postazione delle Nazioni Unite è una “flagrante” violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, inoltre, “mette inoltre a repentaglio la sicurezza dei nostri peacekeeper”.
“Le Idf hanno ripetutamente chiesto che l’Unifil abbandonasse le sue posizioni lungo la Blue Line”, ha aggiunto la missione, evidenziando come “nonostante la pressione esercitata” i peacekeeper non si muoveranno e continueranno a “svolgere i loro compiti”. Adnkronos