Aggiornamento caso Fuellmich. PIAZZA LIBERTA’, puntata di sabato 19 ottobre 2024

Aggiornamento sul caso dell’avvocato Reiner Fuellmich

PIAZZA LIBERTÀ, puntata di sabato 19 ottobre 2024 sul canale  https://rumble.com/c/PiazzaLiberta

Ospite di Armando Manocchia è Seba Terribilini che questa sera ci aggiorna sulle ultime due udienze del processo contro Reiner Fuellmich, detenuto in condizioni terribili, per motivi che non hanno nulla a che vedere con le accuse che gli vengono mosse. L’avvocato ha avuto il coraggio di esporre la verità e ora sta pagando per questo! È, senza alcun dubbio, un prigioniero politico!

Dichiarazione di Reiner Fuellmich – 15 ottobre 2024

“Cari amici, mi scuso per aver impiegato così tanto tempo a fornirvi le nuove prove che vi avevo promesso più di una settimana fa.
Si tratta di prove che dimostrano che persino l’ultimo tentativo della corte di inventare nuove accuse contro di me è fallito. Prove che dimostrano che questo è, in effetti, un processo fasullo basato su accuse completamente inventate, condotto sia da un pubblico ministero corrotto che da un giudice corrotto.
E c’è un nuovo dossier di un informatore interno, questa volta dall’intelligence della nostra parte della barricata, che corrobora tutto quanto.

Il motivo del ritardo nel fornirvi queste nuove informazioni è che sia la corte che le autorità carcerarie stanno facendo di tutto per rendere praticamente impossibile, sia per i miei avvocati che per me, di comunicare tra di noi, e anche impossibile per me di concentrarmi sulla strategia legale per il mio caso.
Come è possibile? Come lo fanno, probabilmente vi chiederete?

Dunque, i miei avvocati non possono chiamarmi per telefono. Non possono inviarmi nulla via e-mail, poiché non ho né un computer né accesso a Internet. E se mi inviano un fax, questo fax viene trattenuto dal carcere per giorni. Ecco perché non sono ancora stato in grado di fornirvi le informazioni sopra menzionate sulle nuove prove.

Allora, non intendo rimuginare su questo, né che voglio dare l’impressione che sto qui nella mia cella a piagnucolare. Non è affatto così. Perché è assolutamente certo al 100% che stiamo vincendo. Non solo il mio caso, ma stiamo vincendo l’intera guerra contro le forze del male che ora vengono smascherate, non solo nel mio caso, ma anche nell’orribile genocidio che viene commesso in Medio Oriente. E, per giunta, all’improvviso la luce del sole, che continua a essere il miglior disinfettante, ha illuminato direttamente quegli angoli molto, molto reconditi dove si annidano personaggi come Jeffrey Epstein, Jimmy Savile, Hugh Edwards, Mohamed Al Fayed e ora Sean Combs, dimostrando che il male assoluto sta prendendo le decisioni ai vertici della politica, dei media, dell’industria dell’intrattenimento e degli affari.

Tuttavia, affinché possiate comprendere appieno le circostanze in cui la difesa e io dobbiamo difendere il mio caso, vi darò alcune informazioni aggiuntive, alcune delle quali già conoscete.

Negli ultimi quattro mesi sono stato tenuto in isolamento senza alcun preavviso o udienza, cioè volontariamente e arbitrariamente. Negli ultimi quattro mesi sono stato condotto da e per il tribunale non solo in manette, ma in manette incatenate a una cintura di cuoio attorno alla vita, persino ammanettate le caviglie, scortato da agenti armati fino ai denti indossando giubbotti antiproiettile, che mi dicono ogni volta che firmo una rinuncia di responsabilità, dichiarando che non voglio indossare un giubbotto antiproiettile, che un proiettile vagante potrebbe colpirmi e uccidermi, e che sarebbero cavoli miei.

Ripeto, né a me né ai miei avvocati sono mai state comunicate le ragioni di ciò, né ci è mai stata data la possibilità di rispondere su eventuali motivazioni su cui questo trattamento potesse basarsi.

Oltre a questo, in preparazione dell’udienza in tribunale di domani, quasi tre settimane fa un trentenne profondamente disturbato che –anche le guardie concordano– ha un disperato bisogno di cure psicologiche appropriate, qualcosa che non può ottenere qui, e di fatti lui non dovrebbe neanche essere qui, è stato messo nella cella proprio accanto alla mia. Per dirla senza mezzi termini, quest’uomo è completamente pazzo. Di giorno, parla solo con se stesso e con i fantasmi, ma a voce molto alta, o semplicemente piange per ore e ore. Ma di notte, impazzisce davvero. Lui, all’improvviso, dal nulla, inizia a urlare e gridare, imprecando a squarciagola. E sempre improvvisamente, sbatte oggetti pesanti non solo contro la porta d’acciaio della sua cella, ma anche contro il muro che separa la sua cella dalla mia, dall’altra parte della quale c’è il mio letto. Immaginatelo, alle 2 o alle 3 del mattino!

In ogni caso, avete capito.
Ma ripeto, proprio come diceva sergente Joe Friday nella serie TV “Dragnet”, solo i fatti. Vi sto solo dando i fatti. Non sto chiedendo la commiserazione di nessuno. Sono il figlio di mio padre e di mia madre, e sono il nipote di mia nonna Emma. Ho il pieno sostegno di tutta la mia famiglia allargata. Ho il pieno sostegno di mia moglie, e ho il pieno sostegno di voi, amici miei.

Cosa hanno loro? Niente. Solo il sostegno delle scimmie volanti e l’emozione di essere buttati sotto l’autobus se a qualcuno di loro piace.

Allora, in base a tutto questo, non mi arrabbio. Mi vendico. Mi vendico attraverso la giustizia. E questo, per concludere, mi ricorda una frase che Ronald Reagan una volta coniò quando disse: “Faremo loro sentire la pressione”. Non credo che Ronald Reagan fu pienamente consapevole del ruolo che volevano che ricoprisse nello spettacolo di questo sistema osceno. Ma credo che avesse buone intenzioni. E aveva un senso dell’umorismo, a volte quasi alla Monty Python.

E quindi sarà così: gli faremo sentire la pressione. Li faremo sentire la pressione perché ci assicureremo che giustizia venga fatta. E questa giustizia li manderà tutti dritti all’inferno.

Andiamo avanti.
Ci vediamo tutti tra poco.”

PIAZZA LIBERTA’ è il programma condotto da Armando Manocchia che fa la differenza tra informazione e propaganda.

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