Fa discutere la vicenda dell’apicoltore comasco Marco Borella, sanzionato con una multa da 430 euro per “propaganda politica non autorizzata”
L’uomo si è rifiutato di togliere lo striscione “stop bombing Gaza – stop genocide” dal banchetto di miele al mercato di Desio, in provincia di Monza e Brianza. A denunciare la vicenda ai microfoni di Radio Popolare è stato lui stesso: “Due carabinieri mi hanno chiesto di rimuovere lo striscione perché mi hanno detto che si trattava di propaganda politica non autorizzata“.
Borella si è rifiutato di farlo: “Penso che il messaggio che veicola non sia d’odio ma una richiesta di pace immediata e di interruzione del genocidio in corso”, ha spiegato. L’apicoltore ha fatto sapere di aver contattato un avvocato che lo “aiuterà a presentare ricorso”. “Non era la prima volta che avevo lo striscione, ma lunedì avrà dato fastidio a qualcuno”, ha aggiunto.
Le reazioni: “Si lede la libertà d’espressione”
Non è chiaro se l’intervento dei carabinieri sia partito da una segnalazione o meno. La vicenda ha però provocato un’ondata di sdegno per la sanzione e di solidarietà verso Borella. “Le ingiuste repressioni della libertà di espressione non possono essere tollerate in una società che si definisce democratica.Siamo al fianco di Marco e di tutti coloro che, come lui, si battono per un mondo più giusto e per la tutela dei diritti umani. È tempo di ascoltare e di agire con umanità e compassione. Insieme, continueremo a difendere i diritti di tutti, perché la pace e la giustizia non possono essere messe a tacere”, scrive l’associazione locale “Desio libera”.
Il caso ha provocato reazioni anche dal mondo della politica. Da Sinistra Italiana Monza e Brianza “solidarietà e vicinanza a Marco e a tutti coloro che chiedono la pace, vittime di un clima politico pericoloso che intende rimuovere il dissenso e la libera manifestazione del proprio pensiero. Non ci fermiamo qui. Il Senatore Tino Magni farà un’interrogazione parlamentare in merito a quanto accaduto a Desio. Le legittime richieste di pace e di porre fine al genocidio in atto a Gaza non possono essere soffocate con motivazioni pretestuose e in contraddizione allo stato di diritto”.
Per il Pd la vicenda “lascia basiti”. “Un atto davvero grave perché va a ledere la libertà di espressione e di pensiero di ognuno. Un gesto umano, sociale prima ancora che politico, quello dell’ambulante, punito in maniera sconsiderata”.
Le manifestazioni di sostegno hanno sorpreso anche lo stesso apicoltore: “Vi ringrazio per la solidarietà e la vicinanza – scrive su Facebook – non mi aspettavo di dover subire un episodio come quello di questa mattina, che definirei di censura, ma nemmeno pensavo che così tante persone sarebbero state così presenti a sostenermi. Dà speranza. Questa non è la lotta di Marco, ma è e deve essere ancora una lotta comune per tutte/i noi, condivisa e diffusa quanto più possibile. Ciò che mi è successo oggi purtroppo è indice di un clima politico pericoloso, fatto di intimidazioni e repressione del dissenso. Il mio striscione non istiga alcun tipo di odio e non lede i diritti civili e politici di nessuno. Era, è, la richiesta urgente, legittima e inascoltata, di porre fine a un massacro indiscriminato, un genocidio tremendo. E totalmente documentato. Una richiesta di pace”.
www.today.it