L’analisi è del professsor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi e virologo dell’Università degli studi di Milano: «Per prevedere l’impatto della stagione influenzale spesso guardiamo a quanto accaduto in Australia, dove l’inverno è appena terminato. In Australia abbiamo assistito alla seconda stagione influenzale più pesante degli ultimi 10 anni. Il virus predominante è stato l’AH3N2, una variante del virus influenzale nota per essere particolarmente immunoevasiva, ovvero in grado di eludere parte delle difese del sistema immunitario».
La rapidità di diffusione
C’è attenzione alta – senza allarmi, sia chiaro – sulla nuova stagione influenzale, anche perché, come spiegano gli esperti, c’è una parte della popolazione – i bambini piccoli – che non ha mai avuto contatti con il virus e che dunque può alimentare con più rapidità la diffusione del virus.
Il primo caso di influenza
La settimana scorsa l’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara ha identificato il primo caso di influenza della stagione 2024-2025 in Italia. Secondo il dottor Stefano Andreoni, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia, il caso che riguarda un paziente di 42 anni ricoverato in ospedale, è risultato provocato da un virus influenzale di tipo H1N1pdm che non manifesta una maggiore aggressività rispetto all’anno scorso. Il timore però è che si diffonda l’H3N2, il tipo di virus che è circolato massicciamente in Australia. Le stime ipotizzano che come numero di contagi potremmo toccare le cifre di due anni fa, quando ci furono 14,5 milioni di italiani che ebbero l’influenza, dunque uno su 4.
I sintomi dell’influenza
Quali sono i sintomi? Se davvero circolerà H3N2 spiega Il professor Pregliasco, dobbiamo tenere conto che «è una variante particolarmente immunoevasiva, in grado di eludere parte delle difese del sistema immunitario». In generale l’influenza porterà soprattutto febbre oltre i 38°C, almeno un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, occhi arrossati); dolori muscolari e articolari». «Ma come sempre – ribadisce Pregliasco – è utile ripetere che è importante proteggere con i vaccini gli anziani e i fragili».
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