“C’era una ragione e la rispetto ma non è la mia ragione“: così Fausto Bertinotti, ospite di Tiziana Panella a Tagadà su La7, ha commentato la decisione della sinistra europea di cantare “Bella ciao” durante la plenaria di Strasbrugo contro il premier ungherese Viktor Orban. Insomma, all’ex presidente della Camera nonché leader e riferimento della sinistra comunista per decenni, non è piaciuta affatto l’iniziativa di The Left, il gruppo di Ilaria Salis, Carola Rackete e Mimmo Lucano, appoggiata in parte anche dai Verdi e dai Socialisti&Democratici.
Quella scenetta, tra l’altro, aveva scatenato dei malumori anche in aula, con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola costretta a richiamare tutti all’ordine commentando: “Questo non è l’Eurovision”.
“Io – ha spiegato Bertinotti dalla Panella – canto Bella ciao solo insieme alla mia gente: sulle strade e nelle piazze, in una manifestazione politica con la mia gente. Ma è un canto che secondo me richiede una partecipazione, o una co-partecipazione”. Bella ciao, ha proseguito l’ex numero uno di Montecitorio, “è un canto che è diventato di popolo, io non la userei come strumento di lotta“. Sarebbe stato meglio se Salis e compagni avessero preferito “un’invettiva esplicita contro Orban, e persino contro l’inesistenza politica del Parlamento Europeo”.
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