Concessionari contro Stellantis: “Le auto elettriche non si vendono”

colonnine di ricarica auto elettriche

Roma, 8 ottobre 2024 – Una settimana di fuoco per l’ad di Stellantis, Carlos Tavares. Venerdì sarà ascoltato in Senato, davanti ai deputati e senatori della Commissione Attività produttive, sulle prospettive dell’azienda dopo la caduta della produzione nei primi due trimestri dell’anno. Lunedì, poi, si è aperto un nuovo fronte di polemiche, questa volta tutto interno, con i concessionari del gruppo che scendono in campo per chiedere all’Europa di spostare di almeno due anni, dal 2025 al 2027, i nuovi limiti sulle emissioni.

In assenza di una proroga dovranno scendere a 95 gCO2/km. Una posizione in linea con le richieste di Acea, dove sono presenti Volkswagen e Renault ma non Stellantis. Del resto, l’amministratore delegato del gruppo italofrancese non ha mai nascosto la sua irritazione su ogni ipotesi di rinvio: le regole a gioco iniziato non si cambiano – ha sempre spiegato – e pensare ora di modificare le norme europee sulle emissioni di CO2 “sarebbe surreale. Tutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi e quindi adesso si corre”, ha detto nei giorni scorsi il numero uno di Stellantis.

Ma la situazione è pesante. Soprattutto sul fronte delle vendite. Nella lettera inviata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, i concessionari spiegano che i clienti spesso rifiutano i veicoli elettrici a causa delle preoccupazioni “su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative Ue. È chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici. Questa crescente divergenza è motivo di preoccupazione. Non è stata quindi una sorpresa quando la maggior parte dei produttori europei, tramite Acea , ha chiesto un rinvio di questi obiettivi, proposta che sosteniamo pienamente”.

In allarme anche l’Anfia: “Nel 2025 avremo un grosso problema, con il target del 15% di riduzione del CO2 da parte delle Case automobilistiche che fa parte della roadmap europea verso l’addio a diesel e benzina. Un target che, con gli attuali numeri dell’elettrico, è raggiungibile solo riducendo la produzione di auto endotermiche di 2-2,5 milioni di unità. Un paradosso”.
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