di Michele Zaccardi – Iscritti alla Cgil a loro insaputa. È avvenuto in Toscana, a Lucca per la precisione, dove quattro operai si sono ritrovati inseriti nelle liste del sindacato rosso locale. Così, quando l’hanno scoperto, attraverso la app che li mette in contatto con l’ente che ne tutela i diritti contrattuali (la cassa edile), hanno presentato una denuncia. Soprattutto perché da tempo avevano aderito alla Filca Cisl, ma continuavano a pagare la quota di rappresentanza al sindacato guidato da Maurizio Landini. Riavvolgiamo il nastro. Come riportava La Verità ieri, è dal 2023 che i quattro operai, al lavoro in Toscana, stanno cercando di capire cosa sia successo. Insieme all’aiuto della Cisl, parte lesa nella vicenda, e dell’avvocato, Massimo Forte, i lavoratori hanno chiesto che venissero ricostruiti i fatti.
Dopo la querela la macchina della giustizia si è messa in moto
Il Pubblico ministero, la Polizia giudiziaria e la Guardia di Finanza prima hanno ascoltato i lavoratori, poi il legale rappresentante della Fillea Cgil di Lucca. Dagli accertamenti effettuati sulla documentazione custodita nella sede del sindacato e sulle deleghe presso la Cassa edile toscana è emerso che i vantaggi patrimoniali per Fillea Cgil di Lucca sarebbero pari a 274,47 euro.
Tuttavia, magistrati e forze di polizia sono giunti alla conclusione che dai documenti non era possibile risalire all’identità né di chi avrebbe apposto le firme false in calce alle deleghe né di chi aveva materialmente ricevuto le stesse. Insomma: non era possibile risalire al responsabile. E l’ovvia conseguenza sul piano giuridico è stata l’archiviazione. Che non ha certo soddisfatto i lavoratori e la Filca Cisl. I quali si sono opposti, chiedendo che si continuasse a indagare. Va però fatta una precisazione.
L’eventuale truffa, il reato in questione, non riguarderebbe soltanto i lavoratori che credevano di essere iscritti a un sindacato mentre erano rappresentati da un altro, ma anche la Filca Cisl. La sigla infatti è stata danneggiata dalla perdita di quattro aderenti. Dalla denuncia emerge infatti che il sindacato ritiene che la vicenda non sia limitata ai quattro casi in questione, ma che sia ben più estesa. Insomma, quello che si paventa è che ci possa essere una pratica sistematica da parte della Cgil che rappresenta i lavoratori edili a Lucca.
Il pagamento della quota sindacale, infatti, avviene attraverso la stessa cassa edile che trattiene una piccola parte dallo stipendio del lavoratore (in particolare ferie e tredicesima) e poi la gira al sindacato. Tornando al ricorso, gli operai e la Filca Cisl hanno avanzato la richiesta di effettuare una perizia calligrafica sulle deleghe oggetto di indagine, confrontandole con i documenti di dipendenti e dirigenti della Fillea Cgil della provincia di Lucca dell’epoca. Secondo i denuncianti il pm non ha messo in discussione che i fatti ricadano in una fattispecie di particolare gravità anche per il modo in cui sono avvenuti, e che l’unica motivazione a sostegno della richiesta di archiviazione sia l’impossibilità di risalire all’autore.
Continuando a indagare, è il ragionamento dei ricorrenti, è possibile dunque risalire ai responsabili. Indagini che in effetti ricominciano. Il fascicolo viene così integrato con altre 400 pagine di documenti e atti. Con un’aggiunta importante: la perizia calligrafica realizzata dal consulente nominato dal Pubblico ministero. Secondo il tecnico si può ritenere con buon grado di certezza che le deleghe sindacali siano false. Inoltre, il perito avrebbe pure trovato delle somiglianze con la scrittura di uno dei dipendenti della Fillea Cgil.
A questo punto sarebbe necessario un ulteriore approfondimento d’indagine per acquisire altre prove grafiche e fare altre comparazioni. Eppure qui tutto si ferma. Perché, sebbene le firme siano compatibili con la grafia di un dipendente della Fillea Cgil, il procuratore ritiene che queste similitudini non siano sufficienti. E siccome sono scaduti i termini per le nuove indagini, chiede di nuovo l’archiviazione. A cui la Filca Cisl si è opposta, chiedendo di proseguire con le indagini.
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