Le auto elettriche non si vendono: azienda che produce batterie licenzia 1.600 operai

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Continuano i contraccolpi della crisi del mercato delle auto elettriche in Europa sul mercato del lavoro

Il gigante delle batterie elettriche Northvolt ha annunciato che licenzierà 1600 lavoratori: 1000 di questi lavorano presso la maxi fabbrica a Skellefteå, nel nord della Svezia, i restanti nelle sedi di Stoccolma e Västerås. “È stato veramente difficile”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Northvolt Peter Carlsson intervistato dalla tv pubblica svedese SvT, secondo cui “ridurre il nostro personale complessivo del 20% è veramente pesante”. “Ma è essenziale per noi ridurre ulteriormente i nostri costi e concentrarci sulla produzione qua a Skellefteå”, ha aggiunto.

Nel tentativo di tagliare i costi, Northvolt aveva già ridotto la sua attività all’inizio di questo mese. Con Volkswagen tra i suoi proprietari, l’azienda è stata tra le startup europee che hanno investito miliardi di dollari nella produzione di batterie per servire le case automobilistiche del continente nel momento in cui passano dai motori a combustione interna ai veicoli elettrici. Northvolt è stata vista come il più promettente concorrente europeo dei produttori di batterie cinesi, ma ha dovuto lottare con i ritardi degli ordini. I problemi nella produzione hanno portato ad esempio Bmw a ritirare un ordine da due miliardi di dollari a giugno.

La crisi del settore

La crescita della domanda di veicoli elettrici è più lenta di quanto previsto da alcuni operatori del settore e la concorrenza è forte da parte della Cina, che rappresenta l’85% della produzione globale di celle per batterie, come dimostrano i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia. Il settore europeo dei veicoli elettrici è in difficoltà perché la domanda di veicoli più ecologici da parte dei consumatori fatica ad aumentare abbastanza rapidamente. La scorsa settimana, i dati del settore hanno mostrato che il numero di auto vendute nell’Ue è sceso a 643mila in agosto.

“Siamo determinati a superare le sfide che dobbiamo affrontare e a emergere più forti e più snelli”, ha dichiarato in un comunicato il cofondatore e amministratore delegato di Northvolt, Peter Carlsson. “Ora dobbiamo concentrare tutte le energie e gli investimenti nel nostro core business”. L’hub di ricerca e sviluppo dell’azienda, i laboratori Northvolt, rallenterà tutti i programmi e l’espansione, pur mantenendo le piattaforme fondamentali, ha dichiarato ma non ha menzionato il destino delle gigafabbriche che dovrebbero essere costruite in Germania e Canada, che rischiano di essere rinviate.

Tagli in diverse aziende

Il premier svedese, Ulf Kristersson, ha dichiarato che lo Stato svedese non interverrà per aiutare l’azienda mentre Volkswagen, uno degli azionisti più grandi della start-up delle batterie per auto, potrebbe ricevere supporto dallo stato federale tedesco per superare le difficoltà economiche. I tagli sono gli ultimi di un’ondata di perdite di posti di lavoro che sta investendo il settore, tra cui i 14mila licenziamenti annunciati dalla Tesla di Elon Musk all’inizio di quest’anno e i migliaia legati alla potenziale chiusura di fabbriche da parte della Volkswagen in Germania nonché la probabile chiusura dell’impianto Audi di Bruxelles, in Belgio.
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