“Dobbiamo fermare il declino d’Europa” dice Enrico Letta. In un’intervista alla Stampa, l’ex premier in libreria con “Molto più di un mercato”, chiede unità al Vecchio Continente: “Bisogna assolutamente partire da un sano pragmatismo. Ci sono tre macro settori, più uno, che sono rimasti fuori dall’integrazione per una scelta politica. Sono le telecomunicazioni, i servizi finanziari e l’energia, a cui bisogna aggiungere la Difesa. Quest’ultima, secondo i Trattati, è per forza nazionale, mentre gli altri sono sovranazionali. Quarant’anni fa, quando non c’erano ancora Cina e India, si pensava che la dimensione nazionale fosse sufficiente. Oggi, con questi player internazionali a cui si aggiungono gli Stati Uniti, stare separati significa suicidarsi”
Letta segnala soprattutto “il disastro delle telecomunicazioni, i problemi energetici, e le fatiche della finanza europea sono dovuti tutti e tre in gran parte a questa frammentazione. Siamo tutti divisi e ognuno di questi operatori economici deve confrontarsi con un’Authority nazionale”. I campioni nazionali “non bastano, bisogna andare verso società paneuropee. Sennò restiamo una colonia, come già siamo da tempo“.
Ad esempio “i pagamenti elettronici: sono tutti gestiti da società statunitensi. E succede lo stesso nel campo delle telecomunicazioni, il mercato è gestito da americani e cinesi. E poi c’è un altro aspetto. Dei nostri risparmi, circa 300 miliardi di euro l’anno vengono allocati negli Stati Uniti perché lì trovano condizioni più vantaggiose. In questo senso, la bandiera del nazionalismo sovranista economico fa godere Wall Street, Pechino e l’India. Da un punto di vista economico, abbiamo bisogno di passare dal sovranismo nazionale a un sovranismo europeo. Il concetto chiave è quest’ultimo. Ed è fondamentale nei tre settori che ho citato in precedenza”. huffingtonpost.it