CERNOBBIO, 07 SET – Per raggiungere gli obiettivi fissati dal Digital Compass 2030 dell’Unione europea, che mira a colmare le lacune tecnologiche degli Stati membri, l’Italia deve alfabetizzare digitalmente 15 milioni di persone. Lo rileva lo studio ‘Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue’ elaborato da Teha Group in collaborazione con Philip Morris Italia. Il numero è inferiore solo a quello della Germania, che deve coinvolgere 17,3 milioni di cittadini. Al 34% degli italiani, rispetto al target dell’80%, mancano competenze digitali, contro il 27,8% della Germania.
Sempre secondo lo studio, il ruolo delle grandi aziende è fondamentale per guidare un processo di digitalizzazione, innovazione e sostenibilità delle filiere assumendo il ruolo di capofiliera. Le aziende parte di una filiera sono infatti più innovative e più sensibili a sostenibilità e digitale.
Serve inoltre aumentare gli sforzi nella formazione in ingresso, in particolare aumentando di 137 mila unità le iscrizioni ai corsi Ict. Infatti l’Italia è l’unico Paese in Europa con meno di uno studente in discipline Ict ogni mille abitanti. Sarebbero necessari, inoltre, anche 87 mila ingegneri e 140 mila iscritti agli Its.
“L’ambizione dell’Italia può e deve essere quella di abbracciare un nuovo paradigma di sviluppo per posizionarsi come modello da esportare in Europa”, commenta Massimo Andolina, presidente Regione Europea di Philip Morris International. “Per colmare il gap di competenze digitali – aggiunge – occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato”. “Le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze“, afferma Valerio De Molli, amministratore delegato di Teha Group. (ANSA)