E’ questo uno dei passaggi dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha aperto il Forum Teha di Cernobbio
“Aspirazione a moneta europea per avere scudo protettivo” – Facciamo riferimento, per un attimo, alle conseguenze che ebbe la denuncia unilaterale da parte statunitense degli accordi di Bretton Woods, il 15 agosto 1971. Gli Stati-nazione europei si trovarono di fronte, con le rispettive valute, a una sregolata fluttuazione dei mercati. L’aspirazione a una moneta europea che agisse da scudo protettivo nacque lì, dal desiderio di dotarsi di uno strumento efficace, vista la fragilità di quelli nazionali. La crisi petrolifera del 1973-74 mise a nudo una situazione sempre più critica, alimentando la crescita del debito, con la necessità – ha riguardato l’Italia – di prestiti internazionali, naturalmente accompagnati da condizionalità da parte dei creditori. Lo Sme, il Sistema Monetario Europeo, nel 1979, costituì una prima imperfetta risposta, sino alla crisi del 1992.
“Trattato di Maastricht fu assunzione di resposabilità”
Il successivo Trattato di Maastricht, l’anno successivo, rappresentò un’assunzione di responsabilità, con la costituzione della Unione Economica e Monetaria e l’avvio del percorso che avrebbe condotto all’euro. Si prese atto che governare in autonomia le grandezze macroeconomiche vedeva le singole nazioni inadeguate e che la manovra monetaria – rincorsa fra salari e prezzi, abituale per numerosi Paesi – era un disvalore, era tutt’altro che risolutiva. I problemi da affrontare erano tali che quella decisione passò sostanzialmente senza che il dibattito in argomento assumesse toni accesi.
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