Il 17enne che ha sterminato la famiglia voleva andare a combattere in Ucraina

Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto

Ai pm, in un passaggio del suo interrogatorio, il ragazzo avrebbe anche detto che desiderava andare a combattere in Ucraina

“Dal punto di vista giudiziario non abbiamo un movente tecnicamente valido. Dal punto di vista sociologico e psicologico ovviamente sono aperte le indagini. Anche il 17enne non si dà una spiegazione. Ha parlato di un suo ‘malessere’ da qualche giorno, un pensiero di uccidere, ma non legato alla famiglia”, ha detto il pm della Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto, durante la conferenza stampa al Comando provinciale di Milano dei Carabinieri sulla strage famigliare.

La festa di compleanno del padre, la sera prima degli omicidi, potrebbe avere acuito il malessere del giovane: “Secondo la mia esperienza giudiziaria, la festa può avere acuito il suo pensiero, i festeggiamenti sono un momento critico per chi sta soffrendo. Lui non ha circostanziato il suo malessere, non ha colpevolizzato i familiari. Ha parlato di un senso di estraneità non rispetto alla famiglia ma rispetto al mondo”, ha aggiunto Ditaranto. Ai pm, in un passaggio del suo interrogatorio, il ragazzo avrebbe anche detto che desiderava andare a combattere in Ucraina. L’elemento, da quanto emerge, non è però stato approfondito più di tanto. Lui stesso, infatti, ha spiegato che questa sua idea non ha avuto nulla a che fare con la strage.

Il 17enne ha iniziato ad avere i primi colloqui con gli educatori del carcere Beccaria, per effetturare un “primo quadro sulla sua personalità”. Il punto centrale sarà cercare di capire il perché dei delitti, anche con accertamenti psicologici e psichiatrici. Per questo, tra l’altro, nelle indagini dei carabinieri di Paderno e Sesto San Giovanni e del Reparto operativo di Milano, coordinate dalla procuratrice facente funzione per i minorenni Sabrina Ditaranto e dalla pm Elisa Salatino, sono stati sequestrati telefoni, pc e dispositivi suoi e dei familiari. Bisogna verificare anche eventuali “forme di indottrinamento”, ossia se il giovane frequentasse il dark web.
https://tg24.sky.it/cronaca