Legalmente, i politici statunitensi non hanno sempre bisogno del permesso diretto degli artisti. Le loro campagne possono acquistare pacchetti di licenza da organizzazioni per i diritti musicali
Gli Abba sono gli ultimi di una lunga serie di artisti che in questa campagna elettorale, come nelle precedenti, hanno protestato per l’utilizzo delle loro canzoni nei comizi del tycoon. Tra gli ultimi, Céline Dion non ha gradito che la sua ‘My Heart Will Go On’ sia stata usata in un rally in Montana e i Foo Fighters che hanno voluto sottolineare anche sui social di non aver autorizzato l’uso di ‘My Hero’ per accogliere Kennedy jr sul palco insieme al candidato repubblicano.
Beyoncé aveva impedito a Trump di continuare a usare in un suo video la canzone ‘Freedom’, diventata invece una sorta di colonna sonora della campagna della democratica Kamala Harris. No anche da Dave Porter, co autore del brano di Sam & Dave intitolato ‘Hold on, I’m coming’: “Non scrivo musica per dividere le persone” era stato il commento. E ancora, lo scorso marzo gli eredi di Sinéad O’Connor avevano diffidato Trump dall’usare ‘Nothing compares 2U’.
In precedenza l’artista canadese Neil Young si era opposto al fatto che Trump usasse le sue canzoni, e nel 2020 i Rolling Stones avevano minacciato il tycoon di azioni legali dopo che la canzone ‘You Can’t Always Get What You Want’ è stata suonata in una manifestazione politica a Tulsa, in Oklahoma. Ozzy e Sharon Osbourne avevano inviato un avviso a Trump vietandogli di utilizzare la musica dei Black Sabbath nei video della campagna nel 2019 e lo stesso avevano fatto Tom Petty, Bruce Springsteen, Adele e gli eredi di George Harrison.
Legalmente, i politici statunitensi non hanno sempre bisogno del permesso diretto degli artisti. Le loro campagne possono acquistare pacchetti di licenza da organizzazioni per i diritti musicali che danno loro accesso legale a più di 20 milioni di brani. Tuttavia, gli artisti hanno il diritto di rimuovere la propria musica da tale elenco. ADNKRONOS