BOLZANO – Gli Agenti della Squadra “Volanti” della Polizia di Stato sono state inviate in forze ad effettuare un intervento in Corso Libertà a Bolzano a seguito di una richiesta di aiuto pervenuta alla Centrale Operativa della Questura per tramite del numero di emergenza “112 NUE”, nel corso della quale un uomo segnalava di essere stato violentemente percosso in strada da un giovane a lui sconosciuto.
Giunti immediatamente sul posto, gli Agenti raccoglievano il racconto della vittima, la quale riferiva di essere scesa in strada per prestare soccorso alla figlia ed alla nipote, che poco prima lo avevano chiamato al telefono dicendo di essere spaventate poiché vi era un soggetto che le aveva seguite, avvicinate e successivamente aggredite per scopi sessuali.
Le due ragazze, in evidente stato di shock per quanto poco prima vissuto, riferivano di essere state pedinate e successivamente aggredite da un soggetto, a loro sconosciuto, con la volontà di volerle violentare fisicamente, e che avevano pertanto chiesto aiuto al padre/zio. Quest’ultimo, subito accorso per prestare ausilio alle due ragazze, veniva anch’egli violentemente aggredito con calci e con pugni; l’aggressore, quindi, si allontanava in quanto richiamato da un uomo e da una donna, presumibilmente i genitori, facendo ingresso nel portone condominiale di uno stabile di Corso Libertà.
Le vittime dell’aggressione rifiutavano l’intervento del Personale Sanitario, riferendo che si sarebbero recate autonomamente presso il Pronto Soccorso per gli accertamenti del caso. Anche grazie ad un testimone di quanto accaduto, in grado di descrivere la fisionomia dell’aggressore, gli Agenti decidevano di accedere all’interno dello stabile, riuscendo ad individuare l’abitazione ove quest’ultimo si era rifugiato. Dall’esterno dell’appartamento si potevano udire delle urla provenire dall’interno, come se fosse in atto un violento litigio. Al suono del campanello le voci improvvisamente si zittivano e, dopo diversi istanti, alla porta si presentavano un uomo e una donna, entrambi cittadini armeni. Interpellati in merito all’eventuale presenza di un terzo soggetto all’interno dell’abitazione, inizialmente i due negavano per poi successivamente ammettere che all’interno dell’abitazione vi era anche un loro figlio.
Il ragazzo – pienamente corrispondente alle descrizioni fornite dalle vittime e dal testimone, e successivamente identificato per tale A. T., 25enne cittadino armeno residente in Corso Libertà, in regola con il Permesso di Soggiorno in quanto titolare dello status di protezione internazionale e con precedenti penali e/o di Polizia per reati quali atti persecutori e lesioni volontarie – veniva invitato ad uscire dall’abitazione e ad andare in Questura per le verifiche del caso; a quel punto, il giovane iniziava a manifestare un atteggiamento ostile ed una aggressività immotivata nei confronti degli Agenti.
Improvvisamente, inoltre, presso l’abitazione si presentavano numerosi parenti del ragazzo, i quali iniziavano sin da subito a manifestare un atteggiamento poco collaborativo e di resistenza alla Polizia, nel tentativo di impedire ai Poliziotti di interagire con il diretto interessato. A. T., quindi, assai alterato, a petto nudo, e con evidenti escoriazioni ad entrambe le ginocchia ed al naso, rifiutava categoricamente l’invito ad uscire dall’abitazione ed iniziava ad aggredire fisicamente gli Agenti, spintonandoli violentemente e colpendoli più volte con calci e pugni.
La mancata collaborazione da parte dei numerosi familiari, manifestata anche da parte loro con atti di violenza nei confronti dei Poliziotti, ed il luogo ristretto ove questi ultimi si trovavano a dover operare, rendeva estremamente difficoltosa la gestione dell’intervento, e per questo motivo venivano fatte intervenire in massa altre Pattuglie.
Non avendo altra possibilità per bloccare l’esagitato, dopo che quest’ultimo, fisicamente imponente (195 cm), con notevole forza aveva messo all’angolo uno degli Agenti per poi sferrargli una sequenza di pugni al volto ed al torace, i Poliziotti non hanno avuto altra possibilità se non quella di estrarre il Taser, attivare velocemente la procedura prevista dai protocolli di utilizzo e puntarlo contro il delinquente. Il primo sparo indirizzato al torace non dava inizialmente i risultati sperati in quanto lo stesso seguitava comunque a reagire ai tentativi di avvicinamento dei Poliziotti allo scopo di metterlo in condizioni di non nuocere. Questi ultimi, pertanto , si vedevano costretti ad utilizzare il TASER una seconda volta, assieme allo spray al peperoncino in dotazione; A. T., a quel punto, si scagliava la porta a vetri d’ingresso nel salotto, mandandola in frantumi e procurandosi diverse ferite con perdita copiosa di sangue.
Una volta ammanettato e reso innocuo l’aggressore, veniva richiesto l’immediato intervento del Personale Sanitario del 118, il quale, giunto poco dopo sul posto, provvedeva trasportarlo al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Maurizio di Bolzano per le cure del caso, scortato da 6 Agenti della Polizia di Stato, in quanto individuo assai pericoloso ed in stato di arresto.
Le parti offese (tra cui una ragazza minorenne), nel frattempo, negli Uffici della Questura, in sede di denuncia, confermavano che il soggetto si era reso responsabile di un tentativo di violenza sessuale ai loro danni, in quanto, dopo averla afferrata di forza per i capelli, l’aveva trascinata per diversi metri con l’intento di costringerla ad avere un rapporto sessuale con lui, esibendo, nel contempo, un preservativo che lo stesso teneva all’interno di una tasca del pantalone. Al termine degli atti di Polizia Giudiziaria A. T. veniva dichiarato in stato di arresto per i reati di resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e tentata violenza sessuale; dimesso dopo qualche ora dal Pronto Soccorso, lo stesso veniva trasferito presso la Casa Circondariale di Bolzano, a disposizione della Autorità Giudiziaria; il padre del delinquente, tale A. T. di 55 anni, la madre (A. M. di 52 anni) e lo zio (A. M. di 48 anni) venivano denunciati a piede libero per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Nel corso delle attività di Polizia rimanevano feriti in varie parti del corpo 4 Agenti di Polizia, tra i quali una giovane Poliziotta, i quali, medicati al Pronto Soccorso, venivano giudicati guaribili con prognosi variabile dai 3 ai 7 giorni. In considerazione della gravità di quanto accaduto e dei precedenti a suo carico, il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori ha dato immediate disposizioni all’Ufficio Immigrazione di segnalare l’accaduto alla Commissione Territoriale per i Rifugiati, al fine di revocargli lo status di “asilante” e, di conseguenza, poter emettere nei suoi confronti un Decreto di Espulsione per allontanarlo definitivamente dal nostro Territorio Nazionale. Stessa procedura è stata attivata anche nei confronti dei genitori e dello zio. (ITALPRESS)