Nel suo centro di riparazione e assistenza per i telefonini non vendeva solo smartphone, tablet e altri device nuovi e usati ma anche rubati
I carabinieri della stazione Bologna Indipendenza hanno denunciato un imprenditore straniero sulla trentina per ricettazione. Proprio nel suo negozio, infatti, i militari hanno recuperato un iPhone 13, che era stato rubato. La proprietaria lo aveva lasciato in macchina per andare a gettare la spazzatura. Grazie alla geolocalizzazione, la vittima ha scoperto che lo smartphone si trovava nel centro assistenza. Il suo non è un caso isolato: a giugno sono stati ritrovati nello stesso modo degli auricolari Bluetooth da parte del legittimo proprietario.
L’intervento dei carabinieri
A quel punto, i carabinieri sono andati nel negozio e hanno ritrovato l’apparecchio. Sentito dai militari, il titolare ha confermato di essere in possesso dello smartphone ricercato dalla donna e di averlo acquistato per 100 euro da due sconosciuti, di cui però non conosceva il nome. Il 30enne non aveva nemmeno i documenti che accertassero la provenienza dello smartphone.
I carabinieri hanno approfondito il controllo, esaminando tutti i dispositivi presenti nel locale e la relativa documentazione che ne avrebbe dovuto accertare la provenienza e hanno sequestrato 43 prodotti, tra cui 18 smartphone, 4 smartwatch, 2 cuffie bluetooth, 17 notebook e 2 tablet. A questo punto il titolare è stato denunciato ed è stata sospesa la licenza del negozio per 15 giorni con un provevdimento emesso dalla Divisione della Polizia Amministrativa della Questura di Bologna, è stato notificato al titolare del negozio il 24 agosto scorso dai Carabinieri della Stazione Bologna Indipendenza e dalla Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Bologna.
Tra le valutazioni riportate si legge: “…il locale in premessa, è individuato come luogo di riferimento per quei soggetti inclini ad attività illecite e, in particolare, ove smerciare, con la complicità del gestore, merce proveniente da precedenti attività delittuose, determinando una situazione di concreto pericolo per la sicurezza sociale”.
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