Strage Solingen, il killer era stato espulso. Bufera su Scholz

strage Solinge Issa al Hasan

Germania, Scholz nel mirino per la mancata espulsione del terrorista che ha compiuto la strage

Emergono nuovi dettagli sulla strage di Solingen in Germania di venerdì scorso, tre vittime e otto feriti (di cui cinque molto gravi). Il killer ha confessato tutto, si è recato in questura e ha detto “sono io colui che cercate”. Ma Issa al Hasan non doveva trovarsi in Germania, era stato espulso. L’uomo è stato incriminato per terrorismo alla Corte di Karlsruhe per l’attentato di Solingen rivendicato dall’Isis. Ma non doveva più essere in Germania. Ha beffato – si legge su Il Corriere della Sera – la legge tedesca in un modo che ha lasciato molti interdetti, perfino increduli.

Arrivato a Bielefeld, nell’Ovest, nel 2022, è stato raggiunto da un decreto d’espulsione: doveva tornare da dov’era arrivato, ossia nel Paese Ue di primo approdo, come prevede il regolamento di Dublino. Nel suo caso, la Bulgaria. Ma Issa a quell’ordine – prosegue Il Corriere – non ha mai risposto, si è negato all’ufficio immigrazione l’unica volta che i funzionari l’hanno cercato a casa — rendendosi irreperibile—finché i termini dell’ordinanza non sono scaduti, e l’espulsione non era più eseguibile.

A quel punto, invece, per la legge tedesca la sua permanenza si è regolarizzata, anzi ha pure ottenuto la “protezione sussidiaria”, come chi arriva dalla Siria e dall’Afghanistan. Il caso del terrorista di Solingen illumina la montagna di pratiche inevase e mostra le difficoltà del cancelliere Scholz a realizzare quel che pur aveva promesso: “Espellere in grande stile”. Solo per restare ai primi 6 mesi di quest’anno, sono 43 mila i richiedenti asilo provenienti da altri Paesi Ue, Italia inclusa, che la Germania ha deciso di rimandare indietro. Ebbene, per 23 mila di questi c’è già anche l’accordo con il Paese d’approdo: eppure solo in 3.500 sono partiti.
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