KABUL, 22 AGO – In Afghanistan è stata promulgata una legge per “promuovere la virtù e prevenire il vizio” tra la popolazione, in conformità con la Sharia. lo ha annunciato il Ministero della Giustizia talebano
La legge, di 35 articoli, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 31 luglio, stabilisce divieti già generalmente noti nell’Emirato islamico, ma la sua promulgazione potrebbe consentire di rafforzare il già stretto controllo della popolazione. Il ministero ha annunciato sul suo sito che la legge è stata approvata in anticipo dalla guida suprema dei talebani, l’invisibile emiro Hibatullah Akhundzada, che governa l’Afghanistan per decreto dalla sua roccaforte di Kandahar. Il potente Ministero della Propagazione della Virtù e della Prevenzione del Vizio (Pvpv) è responsabile dell’attuazione di questa legge.
Esso controlla potenzialmente tutti gli aspetti della vita afghana, sia sociale che privata, e garantisce l’applicazione ultra-rigorosa della Sharia. Il governo talebano ha recentemente dichiarato di voler aumentare il ruolo del ministero, che, secondo le Nazioni Unite, crea un “clima di paura e intimidazione” tra gli afghani.
La nuova legge stabilisce in particolare che “le donne devono coprire completamente il corpo in presenza di uomini che non appartengono alla loro famiglia”, così come il viso “per evitare tentazioni”. Questo comporta anche l’uso di una mascherina sulla bocca. Lo stesso vale se “le donne devono uscire di casa per necessità”. Inoltre, le donne non devono far sentire la propria voce in pubblico, cantando o recitando poesie.
Allo stesso modo, sono previsti divieti per i conducenti di veicoli: niente musica, niente droghe, trasporto di donne non vestite adeguatamente, donne in presenza di uomini che non sono membri della loro famiglia, o donne senza un mahram (accompagnatore, un membro maschio della loro famiglia).
Seguono altri divieti:
l’adulterio, l’omosessualità, il gioco d’azzardo, i combattimenti tra animali, la creazione o la visione di immagini di esseri viventi su un computer o un telefono cellulare, l’assenza di barba o la barba troppo corta per gli uomini, i tagli di capelli “contrari alla Sharia”.
L'”amicizia” con “un infedele” – un non musulmano – è vietata e le cinque preghiere quotidiane sono obbligatorie. Per quanto riguarda i media, la legge stabilisce che non devono essere pubblicati “contenuti ostili alla Sharia e alla religione”, o che “umiliano i musulmani” o immagini che “mostrano esseri viventi”. Il testo prevede sanzioni per chi non si adegua: avvertimenti verbali, minacce, multe, custodia di polizia da un’ora a tre giorni o qualsiasi altra sanzione richiesta dal Pvpv. In caso di recidiva, la questione viene deferita ai tribunali. (ANSA)