Stephen Chamberlain, un ex top manager della multinazionale dell’informatica Autonomy, che era stato assolto negli Usa in un processo per frode lo scorso giugno come il fondatore della società Mike Lynch, il 59enne tycoon britannico dato per disperso nel naufragio del suo superyacht al largo delle coste siciliane, è morto dopo essere stato investito da un’auto sabato scorso mentre correva nella contea inglese del Cambridgeshire.
Lo ha comunicato il legale dell’ex vicepresidente finanziario all’interno dell’azienda, accusato di aver gonfiato artificialmente i conti di Autonomy al fine di spingere il colosso americano Hewlett-Packard (Hp) ad acquisirla nel 2011 per 11,1 miliardi di dollari.
La notizia viene data con grande risalto sui media del Regno Unito che già parlano di “maledizione” attorno ai vertici societari che solo due mesi fa avevano rischiato di subire dure condanne da parte della giustizia americana.
Chamberlain era stato investito sabato mattina da una Vauxhall Corsa blu mentre faceva jogging a Stretham, località a nord di Cambridge. Il cinquantenne top manager britannico aveva riportato gravi ferite ed poi è morto in ospedale. Alla guida dell’auto c’era una donna 49enne di Haddenham, nel Buckinghamshire, che si è fermata subito dopo l’incidente e ha assistito gli agenti nelle indagini, come ha dichiarato la polizia locale.
“Era un uomo coraggioso con un’integrità senza pari. Ci manca profondamente. Steve ha lottato con successo per riabilitare il suo buon nome durante il processo nei mesi scorsi, e il suo buon nome ora sopravvive attraverso la sua meravigliosa famiglia”, si legge nella nota diffusa dal legale di Chamberlain.
Dopo aver lasciato Autonomy nel 2012, il top manager aveva lavorato come direttore operativo per la società di sicurezza informatica Darktrace, sempre legata al magnate Lynch, e si era offerto come volontario per occuparsi delle finanze del Cambridge United, squadra che milita nella terza divisione del campionato inglese. ANSA