Diffamò Vannacci alla Festa dell’Unità: decreto penale di condanna per Bersani

Il gen. Vannacci denuncia Bersani

Diffamò il generale Vannacci, oggi europarlamentare della Lega, chiamandolo “cogl..” alla festa dell’Unità di Ravenna nello scorso settembre

di Sandra Gravino – Pierluigi Bersani, ex deputato ed segretario nazionale del Pd, ha ricevuto il decreto penale di condanna per diffamazione, che prevede una multa. Bersani può impugnare entro quindici giorni il provvedimento.
Il decreto penale di condanna prevede la possibilità di poter pagare una multa per il reato commesso, in questo caso diffamazione, estinguendolo. Ma può essere impugnato entro quindici giorni dalla notifica e allora la palla torna al Pubblico ministero che dovrà istruire regolarmente il processo e chiedere l’eventuale rinvio a giudizio. E’ pressoché certo che Bersani ricorrerà contro la misura pecuniaria.

Quando Bersani diffamò Vannacci

Le verifiche, delegate alla Digos della Polizia ravennate avevano riguardato sia il commento rilasciato durante quella serata che altri eventuali interventi di natura analoga di Bersani su Vannacci. In un paio di occasioni almeno Bersani era tornato sul tema davanti alle telecamere della La7, dopo avere saputo della querela di Vannacci dai giornali: la giornalista Lilli Gruber gli aveva anche chiesto se con la sua frase non stesse sdoganando il turpiloquio.

In particolare dal palco di Ravenna, commentando il libro bestseller di Vannacci ‘Il mondo al contrario’, Bersani aveva detto: “Io ho letto solo i sommari. Quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni, facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del cogl.. a un generale?”, le parole pronunciate dall’ex segretario del Partito democratico.

La difesa: “Metafora politica”

Bersani si è sempre difeso sostenendo che quella frase fosse una metafora di critica politica e che non aveva alcuna intenzione di offendere il generale. Ora avrà quindici giorni di tempo per fare ricorso e tentare di dimostrare le sue ragioni.
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