Vaiolo scimmie, Oms: condividere dati e vaccini

Tedros Oms
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L’identificazione della prima infezione da clade 1b mpox in Svezia sottolinea la necessità che i paesi colpiti affrontino insieme il virus.
Invitiamo tutti i Paesi a rafforzare la sorveglianza, a condividere i dati e a impegnarsi per comprendere meglio la trasmissione, a condividere strumenti come i vaccini e ad applicare le lezioni apprese dalle precedenti emergenze di sanità pubblica di interesse internazionale per affrontare l’attuale epidemia.
Lo scrive su X Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.

Un utente gli risponde

“L’emergere del vaiolo delle scimmie in Svezia, un paese in cui il virus era praticamente sconosciuto, indica innegabilmente l’immigrazione di massa come principale responsabile della sua diffusione. Questa non è solo una coincidenza: è il risultato diretto di politiche di immigrazione sconsiderate che hanno aperto le porte a persone provenienti da regioni in cui malattie come il vaiolo delle scimmie sono dilaganti. Queste politiche hanno di fatto importato una crisi di sanità pubblica in Svezia e sono gli svedesi a subirne le conseguenze.

L’immigrazione di massa, in particolare da aree in cui gli standard sanitari sono più bassi e malattie come il vaiolo delle scimmie sono più comuni, porta con sé l’inevitabile diffusione di tali malattie. I leader svedesi hanno scelto di dare priorità alle frontiere aperte rispetto alla salute e alla sicurezza dei propri cittadini, consentendo un afflusso di immigrati senza adeguati controlli sanitari o misure di quarantena. Questa negligenza ha permesso al vaiolo delle scimmie di mettere piede in un paese in cui non era mai esistito prima.

Inoltre, la situazione è aggravata dal fatto che molti di questi immigrati provengono da regioni in cui i tassi di vaccinazione sono bassi e le infrastrutture sanitarie sono deboli. Arrivano in Svezia, spesso in condizioni di sovraffollamento, e il virus si diffonde rapidamente. Il peso di questa immigrazione di massa ora ricade interamente sulle spalle del sistema sanitario svedese, che è costretto a gestire una crisi che era del tutto prevenibile.

In realtà, questa epidemia è un duro avvertimento dei pericoli dell’immigrazione incontrollata. La diffusione del vaiolo delle scimmie in Svezia è il risultato diretto di politiche che hanno messo la correttezza politica e gli obiettivi globalisti al di sopra del benessere del popolo svedese. È tempo che la Svezia riconosca che l’immigrazione di massa porta con sé non solo sfide culturali, ma anche gravi rischi per la salute pubblica, e che adotti misure immediate per proteggere i suoi cittadini da ulteriori danni”