Vaiolo delle scimmie e vaccini, replica ai dispacci terroristici dell’Oms

vaiolo delle scimmie

di Armando Manocchia – Visto che nessuno lo fa, tocca a me replicare ai dispacci terroristici dell’Oms sul vaiolo delle scimmie per spingere le persone a “vaccinarsi” con l’inganno dell’abuso di credulità e di potere.

Vediamo prima cos’è il vaiolo delle scimmie, il monkeypox cui hanno cambiato nome in ‘mpox’, sul sito ISS: https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/3f4alMwzN1Z7/content/id/7088913

A questo link: https://www.imolaoggi.it/?s=VAIOLO
potete invece leggere diversi articoli propaganda sull’argomento e, ovviamente, tutti volti a infondere paura.

Prima di addentrarci in questo tema, vi ricordo che il primo argomento a favore della presunta efficacia dei vaccini consiste nell’affermare che a seguito della vaccinazione di massa le principali malattie infettive sarebbero scomparse e, a volte, vengono esibiti dei grafici.
Eppure, avvalendoci di uno degli studi più seri che siano mai stati fatti sulla questione vaccini, che a sua volta si avvale di grafici e statistiche della stessa OMS, è dimostrato che la regressione delle epidemie ha una curva analoga nei paesi vaccinati e nei paesi non vaccinati.

Ad esempio, i dati di Germania e Giappone, paesi che, sconfitti in guerra, non hanno praticato vaccinazioni di massa, sono casi eclatanti che parlano da soli, mostrando come tanto il vaccinare quanto il non vaccinare hanno consentito spettacolari riduzioni delle malattie infettive. E siccome i grafici comparati delle due guerre mostrano come, durante e subito dopo ciascuna di esse, si sono avuti picchi di malattie infettive, questo ci dà già una indicazione: verosimilmente le migliori condizioni alimentari e igieniche che si possono ottenere fuori da una guerra sono la vera condizione determinante per la regressione delle malattie infettive. Non lo si riconosce forse ancor oggi quando una catastrofe naturale o delle guerre provocano profughi che vivono ammassati in tende e campi con poco cibo e cattive condizioni igieniche? Non si dice allora che si teme lo scoppio di epidemie?

A proposito del vaiolo vi forniamo alcuni dati di questo studio: The Lancet del 23.02.1884, sull’epidemia del Sunderland,  fornisce i seguenti dati: 100 casi di vaiolo di cui 96 tra i vaccinati; durante quella di Browley: 43 casi di vaiolo in 43 soggetti vaccinati… A Londra, nel 1901-02 su quasi 10.000 casi 7000 riguardavano persone vaccinate….

La prova più incontestabile della inefficacia di quella vaccinazione, che non protegge neanche per 2 mesi, è data dal rapporto di 2 medici militari, pubblicata dal Lancet il 25.11.1944, a proposito di 100 casi di vaiolo nell’esercito di stanza in Egitto nel 1944. Tutti i malati, tranne 4 erano vaccinati. A New York, prima della vaccinazione obbligatoria, c’era una media annuale di 220 morti per vaiolo, ma dopo le vaccinazioni ad oltranza, un’unica epidemia ne provocò 1100 all’anno. Nel 1905, quando gli americani occuparono le Filippine, la mortalità per vaiolo era del 10%; dopo la campagna di vaccinazioni del 1905-06 la mortalità passò al 25%;  l’intensificazione delle vaccinazioni del 1918-20, con il 95% di vaccinati, portò la mortalità al 54%.

Quanto alla presunta efficacia dei vaccini, disponiamo di una sola grande esperienza, fatta su un numero vastissimo di casi, e condotta rigorosamente a doppio cieco e il cui responso ha per questo valore scientifico (e per questo non ne fanno mai ndr). Si tratta della vaccinazione antitubercolare sperimentata in India dalla OMS nei primi anni Settanta su 260.000 individui, solo la metà dei quali venne vaccinata. Ebbene, negli anni successivi si constatò che l’incidenza della tubercolosi era maggiore proprio tra i vaccinati. Infine, in Italia nel 1887-89, la morte per vaiolo tra i soldati era uguale a quella tra le donne non vaccinate.

Questo dovrebbe bastare per mettere in luce che una prova scientifica sull’efficacia delle vaccinazioni non la possediamo, anzi, semmai, possediamo molte indicazioni in senso contrario. In sostanza, i difensori delle vaccinazioni presentano i dati di regressione delle malattie a partire dagli anni in cui vengono introdotte le vaccinazioni, omettendo di evidenziare il periodo antecedente che mostra essere l’epidemia già in calo, oppure omettendo di confrontare i grafici tra paesi vaccinati e non vaccinati. In questo modo producono l’illusione che tali regressioni siano dovute ai vaccini. Mentre, se il livello di vita è uguale, le malattie evolvono secondo curve simili, sia nei paesi vaccinati che in quelli non vaccinati.

Ripetiamo: in assenza di vaccinazioni, le malattie regrediscono in tutti i Paesi in cui si eleva il livello di vita.
Quindi, non credete alle menzogne di questi ciarlatani, il cui scopo è la riduzione della popolazione. Altrimenti potete sempre fare come vi pare perché è della vostra salute e della vostra vita che parliamo.

Armando Manocchia