Torino, fotoreporter de ‘La Stampa’ pestato dai Rom

Torino, fotoreporter de 'La Stampa' pestato dai Rom

Silenzio assordante del Pd. Se gli aggressori non sono di CasaPound, il pestaggio di un cronista non merita neanche una nota di solidarietà

di Giovanni Pasero – I parenti della bambina rom investita nel parcheggio di un ospedale, lo hanno massacrato mentre stava facendo il suo lavoro di fotografo per La Stampa: è accaduto a Maurizio Bosio, a Torino mercoledì 13 agosto. Lo hanno picchiato con una violenza inaudita, fino a fargli perdere i sensi e spaccandogli il setto nasale.
Ma stavolta l’aggressione non ha fatto notizia e non si sono registrati per ora grandi attestati di solidarietà, a differenza di quella occorsa al cronista Andrea Joly dello stesso quotidiano alcune settimane fa.

Lo racconta lo stesso quotidiano sul proprio sito. “Mentre stava seguendo la vicenda di Esmeralda, la bimba di due anni purtroppo investita al parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco e poi deceduta al Regina Margherita, il nostro fotografo Maurizio Bosio è stato vittima di un’aggressione da parte dei parenti della piccola”. “Un’aggressione brutale quanto insensata – si legge sul quotidiano online – Maurizio è stato spintonato e preso a pugni ed è stato poi soccorso nello stesso ospedale. I medici che lo hanno visitato gli hanno riscontrato la rottura del setto nasale e gli hanno dato una prognosi di 14 giorni”.

Solidarietà al fotoreporter de La Stampa arriva da Augusta Montaruli

“Ho appeso solo questa mattina – dice la vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati – dallo stesso quotidiano La Stampa dell’aggressione subita dal fotografo e giornalista Maurizio Bosio. La violenza a cui è stato sottoposto, pur comprendendo la drammaticità del momento, non può avere alcuna giustificazione. Quanto avvenuto è gravissimo. A lui come a tutta la redazione va la nostra solidarietà. Mi auguro – conclude Montaruli – che Bosio possa al più presto tornare al suo lavoro insieme ai suoi colleghi per continuare a dare il proprio contributo a quell’indispensabile opera di giornalismo fatto in prima linea per consegnare ai cittadini verità”.

Come racconta Torino Oggi “quando si è saputo che per la piccola non c’era stato nulla da fare, Bosio si è avvicinato alla famiglia con cui aveva avuto modo di parlare in maniera informale qualche ora prima. Voleva far sentire la propria vicinanza umana a quelle persone colpite da un lutto così terribile. E invece la risposta è stata un pestaggio violento, molti contro uno. Maurizio è stato soccorso e medicato”.

“Ancora un’aggressione inaccettabile – ha commentato il sindacato dei giornalisti, Associazione Stampa Subalpina -: ancora un’intimidazione e non ci faremo intimidire. Solidarietà a Maurizio Bosio e auguri di pronta guarigione“. E solidarietà è arrivata anche dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte: “L’aggressione di cui è stato vittima il collega – dice Stefano Tallia, presidente dell’Ordine – è l’ennesimo campanello d’allarme di un clima sempre più ostile nei confronti di chi fa informazione“.

Dagli esponenti del Pd, invece, un silenzio assordante. Se gli aggressori non sono di CasaPound, il pestaggio di un cronista non merita neanche una nota di solidarietà.
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