CAGLIARI, 12 AGO – Imbocca la via giudiziaria la protesta contro l’assalto delle rinnovabili in Sardegna. Questa mattina i comitati anti speculazione energetica hanno presentato in Procura a Cagliari un esposto “per potenziale conflitto di interessi, potenziale presenza di mafie o criminalità organizzata o per presunto uso non corretto di fondi regionali ed europei nelle autorizzazioni e nella gestione dei parchi per le energie rinnovabili in Sardegna“.
“Vogliamo che la magistratura indaghi e faccia chiarezza”, spiega Giulia Moi dell’associazione Progresso Sostenibile, annunciando la trasmissione dell’esposto anche a Roma, all’Autorità anticorruzione e alla direzione Antimafia, e poi a Bruxelles, all’ufficio europeo Antifrode.
Nel mirino c’è anche il gruppo di lavoro chiamato dalla Regione a definire la mappa delle aree idonee: “Siamo sicuri – si chiede Moi – che non ci siano conflitti di interessi in tutti i suoi componenti?”. I comitati hanno confermato la mobilitazione per tutto agosto. Anche questa mattina, a sostegno della presentazione dell’esposto, la protesta è andata in scena davanti al palazzo di giustizia di Cagliari con una assemblea pubblica a cui hanno partecipato decine di manifestanti con l’esposizione di bandiere e striscioni. Parola d’ordine: “Difendiamo il nostro cibo e la notra terra”. Una delegazione di quattro donne si è poi spostata nella vicina sede della Questura di via Amat per riproporre le ragioni dell’esposto-denuncia. (ANSA)
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