Una tragica serie di errori medici ha portato alla morte di Carla Raparelli, 71 anni, ricoverata presso il reparto di Cardiochirurgia di Villa Maria Pia Hospital, una clinica situata sulla prima collina di Torino. Un’inchiesta condotta dal pubblico ministero Giorgio Nicola ha portato alla luce gravi violazioni delle procedure mediche durante una trasfusione di sangue. Ora, un medico e un’infermiera sono sotto accusa per non aver rispettato i protocolli necessari.
L’errore dell’infermiera
L’infermiera avrebbe avviato una trasfusione destinata a un altro paziente, senza eseguire i controlli previsti per garantire la compatibilità del sangue. Secondo l’accusa, non sarebbero stati verificati né il gruppo sanguigno né la corrispondenza dei dati tra la sacca di sangue e la paziente. Questo sbaglio ha portato alla somministrazione di sangue non compatibile a Carla Raparelli, che non aveva neppure bisogno della trasfusione. La sacca era infatti destinata a un altro uomo ricoverato nella stessa struttura.
La segnalazione dell’anestesista
L’indagine è stata avviata dopo la segnalazione di un’anestesista della clinica, che ha notato anomalie legate alla morte improvvisa della paziente. La stessa anestesista ha successivamente denunciato di aver subito pressioni per modificare la cartella clinica, eliminando la registrazione della trasfusione effettuata. Secondo quanto riferito, un medico le avrebbe chiesto di omettere il dato, temendo per la propria carriera e la stabilità della sua famiglia. Nonostante ciò, l’anestesista ha proseguito con la denuncia, portando all’apertura dell’indagine.
La clinica Villa Maria Pia Hospital ha raccolto testimonianze e identificato la trasfusione sbagliata come possibile causa della morte di Carla Raparelli.
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