Nata a Tiaret, Algeria, il 2 maggio 1999 la pugile Imane Khelif, dopo aver visto le Olimpiadi di Rio del 2016, intraprende la carriera nonostante il parere opposto della famiglia. Khelif inizia ad allenarsi in una palestra a 10 chilometri da casa e, secondo la narrazione ufficiale, per pagarsi l’autobus e le lezioni arriva a vendere metallo raccolto nei rifiuti.
Poi arriva il debutto ai Mondiali 2018 dove si classifica 17esima. Nel 2021 Imane Khelif partecipa alla sua prima Olimpiade. Ai Giochi di Tokyo 2021 la pugile prende parte alla categoria 60kg, ma non centra il podio. L’anno seguente Khelif viene premiata come migliore atleta algerina.
Ai mondiali del marzo 2023 di Nuova Delhi, Imane Khleif viene squalificata dalla competizione, organizzata dalla International Boxing Association. Secondo l’Iba, ente sportivo non riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, i test condotti sulla pugile avrebbero evidenziato “un livello eccessivo di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel Dna”. Per lo stesso motivo, insieme a Khelif anche la pugile taiwanese Lin Yu-ting viene esclusa per un presunto “vantaggio competitivo” sulle rivali.
Ambasciatrice Unicef
Nel gennaio 2024 l’Unicef la nomina ambasciatrice nazionale. “Ho iniziato con nulla, ora ho tutto. E ora entrambi i miei genitori mi sostengono, sono i miei più grandi tifosi”, ha raccontato la pugile al Fondo Onu per l’infanzia.
informazioni tratte da tg24.sky.it