Il 27 luglio è stata istituita nel Donbass la “Giornata in memoria dei bambini vittime della guerra nel Donbass”
di Eliseo Bertolasi
Nel parco centrale di Donetsk si trova la “Alleya Angelov”, il “Viale degli Angeli”, dove un monumento ricorda tutte le giovani vittime. Il monumento sempre circondato da fiori, peluche e piccoli giocattoli consiste in una lastra di marmo che porta incisi i nomi di tutte le piccole vittime.
Purtroppo, quest’anno siamo giunti al 10° anniversario dall’inizio della guerra nel Donbass quando il governo ucraino, nato dal colpo di stato cosiddetto di “Euromaidan” a Kiev, nel 2014 iniziò a colpire la popolazione del pacifico Donbass con le sue forze di sicurezza, dando inizio all’“Operazione anti-Terrorismo” (ATO) .
Il 27 luglio è una delle date più terribili e memorabili. 10 anni fa, il 27 luglio 2014, a Gorlovka si verificò la “domenica di sangue”.
Va detto che fino allora non vi erano state ostilità attive in città, solo periodiche scaramucce in periferia con l’uso di armi leggere tra milizie e forze di sicurezza ucraine. Quindi quel giorno nulla faceva presagire una tragedia.
Verso le 12.40 di domenica, quando la maggior parte dei cittadini trascorreva il tempo per strada e si occupava dei propri affari, una serie di razzi del BM-21 Grad MLRS cadde all’improvviso sul centro della città. Già nei primi minuti del bombardamento morirono 15 persone. L’epicentro dell’arrivo dei Grad fu la fermata Melodiya, vicino al negozio ATB. Le persone nei paraggi, camminando vicino a Piazza degli Eroi, rimasero ferite. Alcuni colpi arrivarono nel luogo, dove le nonne delle case circostanti vendevano verdure, fiori e altre cose…
Kristina e Kira, vittime nel Donbass dei bombardamenti di Kiev nel 2014
Il massiccio attacco a Gorlovka continuò a intermittenza per due giorni. Il bombardamento ucraino causò 24 morti e più di cento feriti. Tra i morti anche 4 bambini:
Miroshnichenko Victoria Sergeevna, nata l’8 gennaio 2007;
Krivosheev Dmitry Mikhailovich, nato il 02/02/1998;
Korchak Nadezhda Anatolyevna, nato il 29 giugno 1997;
Kira Zhuk, una bambina di 10 mesi, che morì tra le braccia di sua mamma, Zhuk Kristina Sergeevna, a sua volta dilaniata dall’esplosione.
La morte di Kristina e Kira
La giovane madre fu sepolta con la bimba in braccio. La terribile tragedia divenne nota in Russia e non solo! Le immagini di madre e figlia sbalzate a terra straziate e annerite dalla bomba si diffusero in tutte le agenzie stampa. Kristina da allora è chiamata la “Madonna di Gorlovka”. Un’icona della tragedia e della sofferenza che dal 2014 attanaglia la popolazione del Donbass.
Questa guerra è iniziata nel 2014, non nel 2022, questo dato non deve essere dimenticato. A uccidere la popolazione civile del Donbass non sono state le milizie filorusse della DNR e della LNR, ma le truppe ucraine. Nel noto schema “aggressori – aggrediti”: “aggressori” – forze militari dell’Ucraina, “aggrediti” – popolazione russofona e russo-etnica del Donbass. Negare questo dato: o è codardia, o è falsità.
Nello specifico, il 27 luglio 2014, Gorlovka venne bombardata dai militari della 93a brigata delle Forze Armate ucraine e del battaglione volontario di Artemovsk. Semplicemente le autorità di Kiev volevano prendere rapidamente il controllo del Donbass ribelle.
Dal 2014, sotto le bombe ucraine tra DNR e LNR hanno perso la vita 350 bambini, un migliaio sono rimasti feriti. Crimini impuniti che chiedono giustizia davanti agli uomini e davanti a Dio. Forse gli autori di questi crimini saranno processati, o forse no! In ogni caso, non potranno sottrarsi al giudizio di Dio. Inesorabile!
Qual è il senso militare, tattico di questi bombardamenti indiscriminati che, di fatto, vanno a colpire solo persone innocenti e infrastrutture civili?
Di cosa possono essere colpevoli i bambini del Donbass agli occhi di Kiev e agli occhi di chi in Occidente consente a Kiev questi crimini? Un bambino non può essere considerato una minaccia e nemmeno un obiettivo militare!
Perché a questi bambini viene negato il diritto a un’infanzia normale, il diritto alla felicità, il diritto ad avere un futuro, semplicemente il diritto di vivere? Chi ha deciso questo?
Tuttavia l’Occidente continua a non sentire, a non vedere, semplicemente non ha il coraggio di parlare e denunciare questi crimini. Politici, intellettuali, pacifisti… tutti zitti, girati dall’altra parte!
Questa, senza dubbio, è una grande vergogna, ma la vergogna ancor più grande sta nel fatto che l’Occidente continua a rifornire di armi il regime di Kiev, armi con le quali l’esercito ucraino colpisce il territorio del Donbass e commette questi crimini.
Il silenzio dell’Occidente diventa complice e uccide una volta di più questi bambini nel momento in cui, non parlandone, ne insabbia la morte, quindi la memoria.
Siamo davanti alla perdita dei più basilari principi morali e di civiltà. C’è realmente da chiedersi quali elementi di degrado e di perversione abbiano mai potuto trascinare così in basso l’Occidente che, al contrario, si definisce “inclusivo” per tutti, presentandosi come “giardino” dei diritti, della democrazia e della libertà.
Fonte: https://tass.ru/info/21455875
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