Il Governo Meloni, come tutti gli Esecutivi che lo hanno preceduto, ha fatto e continua a fare un ampio ricorso alla decretazione legislativa d’urgenza: siamo giá ad oltre 50 provvedimenti provvisori avente forza di legge, ex art. 77, comma 2, della Costituzione vigente, in 20 mesi di operato dell’Esecutivo.
Tuttavia, quello che preoccupa e su cui era intervenuto anche il Presidente della Repubblica pro tempore, Sergio Mattarella, é l’utilizzo frequente dei c.d. “decreti omnibus”, ossia caratterizzati da un contenuto plurimo benchè ispirati ad una ratio unitaria. É questa, infatti, secondo la giurisprudenza costituzionale (ex plurimis sentenza n. 215/2023 Corte cost.), la linea di demarcazione che consente di ritenere il decreto “omnibus” costituzionalmente legittimo. Tuttavia, pare che la lezione, ripetuta piú volte, non abbia sortito alcun effetto. La conversione in legge formale, con modificazioni, del decreto-legge n. 31/2024 lo dimostra.
La fonte-atto in esame non soddisfa in alcun modo i paletti indicati dalla Corte costituzionale, normando i temi più eterogenei: dalle Olimpiadi invernali alla governance di alcuni organismi sportivi per finire con la scuola (avvio dell’anno scolastico 2024/2025, la previsione di un docente italiano per stranieri in orario extracurriculare etc.).
Ovviamente il Governo della Repubblica ha blindato il provvedimento, ponendo la questione di fiducia: un altro abuso che l’Esecutivo dei “patrioti e del sovranisti” (finti) ha continuato a portare avanti come nulla fosse.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista