Carcere Casal del Marmo, evasi tre minori tunisini

carcere minorile

l più grande degli avasi tra qualche mese compirà 18 anni. Il più piccolo ha appena 15 anni. Con loro un connazionale di 17 anni

Tre minorenni tunisini nel pomeriggio di oggi, domenica 21 luglio, sono riusciti a scappare dal carcere minorile di Casal del Marmo. L’evasione, secondo quanto si apprende da fonti di polizia, sarebbe avvenuta al culmine del caos generato da una rissa all’interno dell’istituto minorile. Una rissa che ha visto i tre protagonisti.
Caccia ai tre evasi dal Casal del Marmo.

L’allarme è scattato alle 17.30, quando i tre tunisini sono riusciti a guadagnare la fuga scavalcando il muro di cinta. Sulle tracce dei tre evasi ci sono le forze dell’ordine che li stanno attivamente cercando dopo essere stati allertati dalla polizia penitenziaria.

I precedenti

Si tratta del terzo grave episodio nel carcere minorile nelle ultime settimane. L’8 giugno scorso in un incendio sono rimasti feriti tre giovanissimi, portati in ospedale. Il 7 luglio un principio di rivolta aveva portato la penitenziaria a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Nel 2013 ci fu un’altra evasione dall’istituto di Casal del Marmo, con annessa aggressione a un operatore civile.

Attualmente nell’istituto IPM “Casal del Marmo” sono 55 i detenuti su una capienza di 45, tra uomini e donne. Massimo Costantino, segretario della Fns Cisl ricorda come “nelle carceri minorili non esistono circuiti differenziati e ciò rende molto oneroso il lavoro, laddove detenuti con psicopatologie, problemi di dipendenza ed altre patologie e diverse etnie in spazi relativamente stretti alza il livello di tensione. I pochi poliziotti rimasti sono costretti a turni massacranti senza turn over o assegnazione di nuove unità”.

Il commento dei sindacati

Massimo Costantino, segretario della Fns Cisl Lazio, spiega che “servono ulteriori interventi da parte del Governo, perché quelli già messi in campo dallo scorso anno con punte di nuove assunzioni – finalmente – mai viste prima in questi numeri, sono insufficienti a gestire quella che ormai è una grave emergenza”. Per la Fns Cisl Lazio “occorrono che siano messe in atto iniziative atte a garantire la sicurezza e benessere del personale , oltre, a ribadire che non vi è più tempo da perdere e che, infine, la questione della carenza di personale deve essere affrontata definitivamente ed non da meno occorre necessariamente , data la situazione, diminuire il numero dei detenuti presenti”.

“Non conosciamo ancora l’esatta dinamica e le circostanze della fuga, l’unica certezza è la disfatta del sistema penitenziario, sia che si guardi agli adulti sia che ci si riferisca ai minori”, commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

Ormai non passa giorno in cui non succeda qualcosa di molto grave. Omicidi, suicidi, evasioni, risse, stupri, aggressioni al personale, proteste, devastazioni ed, è proprio il caso di dire, chi più ne ha più ne metta“, aggiunge De Fazio.

“Non siamo ancora nel pieno dell’estate e sta accadendo di tutto, il rischio concreto è di arrivare all’autunno in condizioni ancora più disastrose. Ci vuole una risposta e chiunque abbia a cuore le sorti non solo dell’esecuzione penale e della giustizia, ma dell’intero Paese, ha l’obbligo quantomeno morale di dare dei segnali”, conclude il segretario di Uilpa.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari che il SAPPE denuncia da anni. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.

E solleva “dubbi sulla capacità delle strutture minorili, concepite per minori italiani, di contenere giovani stranieri con esperienze criminali potenzialmente più complesse e un’età forse non corrispondente a quella dichiarata. Tali questioni, unitamente alla carenza di personale, potrebbero avere facilitato la fuga. L’episodio ha riportato di attualità la sfida continua della gestione delle strutture penitenziarie e della sicurezza, inducendo a riflettere sull’adeguatezza e sull’efficienza del sistema penitenziario della Giustizia Minorile”.
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