“Il voto di giovedì, che era già il voto più importante nella storia del Parlamento europeo, diventa ancora più importante” perchè “il confronto politico prima era tra chi voleva rimanere nell’Ue e chi ne voleva uscire. Adesso è tra chi vuole più Europa e chi vuole meno Europa”. Così, in un’intervista a la Repubblica, il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni, per il quale von der Leyen “merita il secondo mandato per il bilancio positivo di questi cinque anni, per come sono stati affrontati i due ‘cigni neri’ della pandemia e della guerra.
La Commissione avrebbe potuto mantenere una linea minimalista, persino in ragione dei trattati che sulla sanità non assegna alcuna competenza all’Ue e per il tabù del debito comune. Invece il ruolo della Commissione si è rafforzato. E poi per la chiarezza con cui Ursula ha confermato il perimetro della sua maggioranza“.
Quindi va tenuta fuori tutta la destra dalla maggioranza? Compresa l’Ecr di Giorgia Meloni?
“Von der Leyen è stata chiara nel ribadire che la maggioranza strutturata è fatta da Ppe, Pse e Liberali. Altri apporti sono possibili ma con paletti ben precisi: europeismo, sostegno all’Ucraina e rispetto dello Stato di diritto”, osserva Gentiloni.
Quanto al Pd “è la componente maggiore di S&D. Esiste un accordo complessivo che ha portato anche all’elezione del socialista portoghese Costa alla presidenza del consiglio europeo. Non lo declinerei troppo in chiave italiana. In questo contesto globale di incertezza e fragilità serve in primo luogo una Commissione europea forte e stabile”. Per Gentiloni “non ci sono piani B. L’obiettivo è chiarissimo: dare un segnale di fermezza e stabilità. Adesso, in questo contesto, è ancora più importante”.(ITALPRESS)