E’ doveroso riflettere sulle conseguenze di un possibile e futuro ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica
La Repubblica di Ucraina, nel momento in cui si scrive, non é né uno Stato membro dell’Unione Europea, né dell’Alleanza Atlantica del Nord. É vero, da un lato, che la sua Costituzione é stata revisionata nel 2019 mediante l’inserimento dell’avvio di un percorso per l’ingresso nelle due organizzazioni sovranazionali di cui sopra (nel preambolo e nell’articolo 85), ma é anche vero, dall’altro, che questo proposito é rimasto lettera morta.
Il Presidente Zelensky, nella dichiarazione tenuta a Washington a margine del summit dei Paesi Nato, ha parlato di un cammino “irreversibile” senza specificare alcuna tempistica. Siamo abituati alle dichiarazioni fantasiose del Presidente ucraino, tuttavia é doveroso riflettere sulle conseguenze di un possibile e futuro ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica.
Non solo questo certificherebbe in modo palese ed evidente il tentativo di mantenere un sistema unipolare a trazione americana sempre piú in crisi, ma eliminerebbe l’ultima barriera per lo scoppio di un conflitto mondiale dagli esiti funesti. Infatti, se l’Ucraina entrasse nella Nato, scatterebbe l’art. 5 del Trattato del 1949 per cui l’aggressione verso uno Stato membro equivarrebbe ad un intervento armato anche verso gli altri Paesi membri con il dovere, da parte di quest’ultimi, di intervenire a difesa dell’aggredito con tutti i loro mezzi a disposizione, inclusi quelli militari. In altri termini, la guerra con la Federazione Russa.
In questo contesto l’Italia di Giorgia Meloni (quella Meloni che non é lontanamente parente della leader dell’opposizione che twittava contro le sanzioni e l’accerchiamento della Russia) ha dimostrato ancora una volta tutta la sua sudditanza e la sua totale incapacitá di tentare una negoziazione con tutti gli attori in campo.
Ci sta provando, invece, Victor Orban, unico leader di uno Stato membro dell’Unione Europea e Presidente di turno della stessa, che cerca un dialogo con Kiev, Mosca, Pechino e Trump per verificare se sussistono le condizioni funzionali ad un cessate il fuoco. Purtroppo, ad eccezione dell’appoggio slovacco, é isolato, ma ha osato e sta osando dove l’Unione Europea, in cui si discute di una probabile e vergognosa riconferma di Ursula von der Layen a Presidente della Commissione per un secondo mandato, ha fallito, dimostrando di non saper vedere come l’eurocentrismo sia definitivamente sepolto e come le nuove strategie geopolitiche si stiano sviluppando sempre di più lungo l’asse euroasiatico.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista