Pubblichiamo a lettera firmata da Lord Skidelsky e altri sull’urgenza di aprire un negoziato con la Russia per l’Ucraina
La lettera aperta pubblicata il 10 luglio sul Financial Times di alcuni autorevoli docenti e diplomatici anglosassoni è uno sprazzo di lucidità nel buio che incombe in Occidente. La pubblichiamo integralmente perché, nella sua sinteticità, dice tutto. Questo il titolo della missiva: “Fare la pace in Ucraina prima che sia troppo tardi”.
Gli ultimi successi militari della Russia nella regione di Donetsk (Report, 5 luglio) rafforzano la convinzione che sia giunto il momento per una soluzione negoziata della guerra in Ucraina. Gli Stati Uniti e i suoi alleati sostengono che l’obiettivo principale della guerra dell’Ucraina è ritornare alle frontiere del 2014, vale a dire l’espulsione della Russia dalla Crimea e dal Donbass. Ma tutti gli analisti informati concordano sul fatto che, a meno di una seria escalation della guerra, il risultato più probabile sarà una continua situazione di stallo sul campo, con una non trascurabile possibilità di una vittoria russa.
Questa conclusione indica quanto sia auspicabile, persino urgente, raggiungere una pace negoziata, non da ultimo per il bene della stessa Ucraina. La riluttanza dell’Occidente ad accettare una pace negoziata si basa sulla convinzione che qualsiasi cosa che non sia una completa vittoria ucraina consentirebbe a Putin di ‘farla franca’.
Ma questo ignora di gran lunga il risultato più importante registrato finora in questa guerra: che l’Ucraina ha combattuto per la sua indipendenza e l’ha vinta, come fece la Finlandia nel 1939-40. Alcune concessioni territoriali appaiono un piccolo prezzo da pagare per la realtà, piuttosto che per la parvenza, dell’indipendenza.
Se una pace basata grossomodo sull’attuale divisione dei territori in Ucraina è inevitabile, è immorale non provarci adesso. Washington dovrebbe avviare colloqui con Mosca su un nuovo patto di sicurezza a salvaguardia dei legittimi interessi di sicurezza sia dell’Ucraina che della Russia. L’annuncio di questi colloqui dovrebbe essere immediatamente seguito da un cessate il fuoco limitato nel tempo in Ucraina.
Il cessate il fuoco consentirebbe ai leader russi e ucraini di negoziare in modo realistico e costruttivo. Esortiamo i leader mondiali a dare avvio o sostenere tale iniziativa. Più a lungo continua la guerra, più territorio l’Ucraina rischia di perdere e più aumenta la pressione per un’escalation fino al livello nucleare.
Prima si negozia la pace, più vite saranno salvate, prima inizierà la ricostruzione dell’Ucraina e più rapidamente il mondo potrà essere tirato fuori dal baratro molto pericoloso in cui si trova attualmente.
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Questi i firmatari: Lord Skidelsky (professore emerito di economia politica all’Università di Warwick); Sir Anthony Brenton (ambasciatore britannico in Russia nel periodo 2004-2008); Thomas Fazi (giornalista ed editorialista di UnHerd); Anatol Lieven (senior Fellow del Quincy Institute for Responsible Statecraft); Jack Matlock (ambasciatore degli Stati Uniti nell’URSS nel periodo 1987-1991); Ian Proud (diplomatico presso l’ambasciata britannica a Mosca nel periodo 2014-2019); Richard Sakwa (professore emerito di politica russa ed europea presso l’Università del Kent); Christopher Granville (diplomatico presso l’ambasciata britannica a Mosca nel periodo 1991-1995).