di Emiliano Scappatura – C’era una battuta di Altan che involontariamente mette a nudo i problemi della sinistra di oggi. Un uomo afferma, con il tono disincantato con cui ormai si affermano cose tanto per dire: “I ladri sono ladri” e un altro subito lo redarguisce: “Lei non può criminalizzare così un’intera categoria”. La battuta aveva addosso quel sapore acre in cui una certa politica aveva inzuppato le sue malefatte per tentare di giustificarle. Certi sottintesi semantici e un massacro linguistico, come dice Robert Hughes, che se non cambiavano la sostanza la rendevano almeno più presentabile. Come dire, chiamiamoli in un altro modo e magari anche l’azione cambierà di significato. Un po’ come se un cieco chiamandolo videoleso potesse riacquistare la vista.
Ma se all’inizio certi ghirigori linguistici erano solo delle barriere dietro cui nascondersi adesso, a furia di ripeterle, certe espressioni hanno cominciato a essere prese terribilmente sul serio. E quando cade la barriera tra l’umorismo e la realtà allora si cessa di ridere e la realtà diventa terribilmente tragica.
Viene in mente il discorso fatto alla camera da Laura Boldrini, una delle vecchie e rinomate icone della sinistra. L’occasione è una proposta di legge della Lega contro i borseggiatori che infestano le stazioni delle metropoli italiane che sono quasi tutte di etnia Rom e che approfittano con disinvoltura della benevolenza della legge italiana che non consente la loro reclusione se incinte o con figli piccoli, che in genere vengono educati in tenerissima età al furto e quindi anche loro non perseguibili. Tutti benefits che il disegno di legge vorrebbe togliere.
Ma ecco che questa sinistra capitanata dalla Boldrini si erge eticamente a tuonare contro indignata: come nella battuta di Altan, è vietato dire che i ladri sono ladri, cioè quello che tutti hanno sotto gli occhi. O, meglio, a ben vedere lo sarebbero anche, ma qui si vuole vergognosamente discriminare un certo settore del crimine, un’intera categoria tra tutte, quella dei Rom che in questo mestiere si sono specializzati, e questa proposta è squallidamente razzista e disumana. L’indignazione è lecita. Il discorso è di alto sentire.
Si parte dai ladri e si perde nel cielo dei diritti umani
Ogni delinquente ha la sua specializzazione, alcuni Rom si sono specializzati in questo settore, e se voi fate norme ad hoc invece di farle per un ipotetico delinquente universale allora non volete risolvere un problema ma manifestate solo un bieco razzismo. Un po’ come dire che se fate delle norme antimafia ce l’avete con i siciliani, se le fate contro la ndrangheta odiate i calabresi e così via.
Alla fine dell’Ottocento, quando il mondo socialista si costituì in un partito, una parte avanzò la tesi che vi potessero fare parte colo coloro che avevano “i calli alle mani” poiché solo coloro che conoscevano la dura realtà del lavoro erano in grado di interpretarne le difficoltà, e si cominciò a guardare con diffidenza lo stesso Turati per la sua estrazione borghese e la sua aria intellettuale che invece questo mondo lo analizzava solo studiandolo sui libri. Si trattava di esagerazioni, ovviamente. Ma che anticipavano quella che nel tempo sarebbe stata una delle spaccature che nel tempo era destinata a diventare sempre più profonda fino a diventare una voragine: quel dialogo tra l’uomo medio e un ceto intellettuale incapace di comprenderlo e di parlargli.
La Boldrini è un esempio di questo intellettuale progressista in senso alto e lontano dalle basse indigenze della realtà. Che ha un’idea molto astratta del crimine e dei diritti umani, che crede per esempio che nascer donna sia lo stesso in Arabia o a New York, e anche a New York non è la stessa cosa nascere nei quartieri popolari o nei piani alti. Lei appartiene a quella sinistra che è incapace di guardare la realtà quotidiana con gli occhi del normale impiegato o di chi semplicemente deve arrivare in qualche modo a fine mese. La sua visione dell’uomo è completamente decontestualizzata e antistorica: l’uomo è uomo e basta, una creatura platonica, e chi gli attribuisce un contenuto è razzista, disumano, insensibile e via dicendo.
Vivendo nelle zone alte della capitale dove arriva solo aria fresca e non il puzzo del sudore degli autobus e della strada non si rende conto che subire un furto, cosa che a lei non potrebbe mai succedere, sono per un uomo medio che deve tirare avanti alla meno peggio con uno stipendio o anche meno una mezza tragedia. E chi lo subisce trova più conveniente mettersi d’accordo con il ladro che andare a denunciarlo perché tanto sa che viviamo in un paese dove la giustizia è impotente, e si perde solo tempo.
Ma queste cose una certa sinistra non le comprende, e si appella ancora ad alti principi che fanno comodo non a chi il crimine lo subisce, ma a chi lo compie, e non riesce a credere come in Italia sia consentita tanta impunità. A loro del razzismo, dei diritti umani e di tutte queste cose non importa nulla, naturalmente: queste sono teorie filosofiche a cui sono del tutto estranei. In questo misero scorcio di realtà a chi si trova senza il portafoglio e o senza il bagaglio dell’etica kantiana non importa granché né crediamo che interessi molto a questi ladri: per loro un figlio è solo uno strumento per potere continuare a delinquere indisturbati.
Noi non sappiamo se il provvedimento della Lega avrebbe o meno fortuna in questo sgangherato sistema giuridico italiano, ma indica comunque una presa di visione del problema. Se la sinistra capisse questo forse riconquisterebbe il mondo delle borgate dove teoricamente ci sarebbe quell’umanità che socialmente le dovrebbe appartenere e che invece ha completamente tradito. E spiegherebbe perché invece di raccattare qualche voto spacciandolo per una reconquista metà dell’elettorato non si scomoda neanche il giorno delle elezioni.
Prof. Emiliano Scappatura