Migranti, chi finanzia le Ong tedesche

sea eye razzisti

di Francesca Galici – Le navi Ong, nonostante l’oggettiva riduzione delle partenze di migranti dai porti dell’Africa settentrionale dei barchini di migranti irregolari, sono già pienamente operative nel Mediterraneo. Numerose operazioni sono state portate a termine dalle Ong tedesche, mentre quelle spagnole sono ancora in porto e probabilmente aspettano l’arrivo di agosto, scommettendo su un incremento delle partenze. Per le operazioni già compiute e per preparare le navi che nei prossimi giorni entreranno in mare, il collettivo tedesco alimentato dalla Chiesa evangelista della Germania, United4Rescue, ha già speso oltre 710mila euro. Una cifra destinata a crescere nei prossimi mesi, che non tiene nemmeno conto dell’investimento effettuato per l’acquisto di un’altra nave, la Sea-Eye5, pagata oltre 400mila euro.

Nello specifico, stando alle informazioni fornite dallo stesso collettivo, nel 2024 sono stati spesi 200mila euro per i costi operativi della grande Sea-Watch5. Altrettanto denaro è stato speso per l’altra grande nave, la Sea-Eye4, e per la Humanity1, un’altra nave dell’alleanza di dimensioni ridotte rispetto alle precedenti due. Altri 80mila euro, invece, sono stati spesi da United4Rescue per il cantiere navale del veliero Nadir, in modo tale da prepararlo per la nuova stagione. Questa imbarcazione risulta essere particolarmente utile allo scacchiere delle Ong per aggirare il decreto Piantedosi e ottenere porti sempre vicini. Anche per questa ragione la nuova barca comprata dall’alleanza non è una nave ma un’imbarcazione di dimensioni più contenute che, nella loro logica, non verrà inviato in porti diversi rispetto a quelli siciliani. Ma non è detto, in quanto si tratta di una grossa motovedetta, per anni in uso alla Guardia costiera tedesca nel Mare del Nord, quindi abituata a ogni condizione meteomarina.

A questi investimenti, tra quelli già rendicontati si devono aggiungere i 12.226 euro che United4Rescue ha speso quest’anno per finanziare completamente la missione del veliero Trotamar III, che ha già operato nel Mediterraneo e che nelle prossime settimane si prepara a una nuova uscita. Tutto questo porta il totale delle somme già investite a 712.226 euro, una cifra considerevole se si ragiona sul fatto che siamo appena ai primi di luglio e che con ogni probabilità le navi entreranno in piena operatività nelle prossime due settimane.
Una cifra che risulta ata anche paragonata a quella investita nel 2023 dall’alleanza, che in totale spese poco più di 900mila euro in dodici mesi. Se agli oltre 710mila euro spesi da United4Rescue si aggiungono gli oltre 400mila per l’acquisto della Sea-Eye5, si supera abbondantemente il milione di euro.
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