Materassi a fuoco, porte usate come ariete per aprirsi dei varchi e lacrimogeni. È stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine in assetto antisommosa per sedare una rivolta – l’ennesima – scoppiata giovedì notte al centro di permanenza rimpatri di Ponte Galeria. Disordini che hanno coinvolto tutti e 85 gli ospiti della struttura della via Portuense. Fra loro una quarantina che hanno dato il via alle violente proteste dopo che un ragazzo avrebbe tentato di togliersi la vita in attesa di ricevere una terapia. Fuoco e fiamme che hanno fatto ritornare alla mente lo scorso mese di febbraio, quando scoppiò un’altra importante rivolta con auto della polizia date alle fiamme in seguito al suicidio di Ousmane Sylla, il 22enne originario della Guinea che si tolse la vita.
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Sono quasi le 21:00 quando i responsabili della struttura intervengono per fermare un ospite della struttura che – impaziente di assumere la terapia – avrebbe minacciato di togliersi la vita impiccandosi con un laccio dopo essersi arrampicato su una delle strutture. L’uomo, particolarmente agitato, viene fermato e accompagnato in infermeria. Le urla dello stesso hanno però acceso la miccia. Nel settore 4 del Cpr alcuni ospiti hanno ammucchiato dei materassi e gli hanno dato fuoco. È l’inizio della rivolta, polizia e carabinieri intervengono in assetto antisommossa mentre alcuni stranieri sradicano una porta del bagno.
Due ore di rivolta
Poi un crescendo, con la porta del bagno gli ospiti si aprono un accesso ad altri settori, e poi a quelli a seguire, danneggiando e utilizzando come scudi ogni cosa che trovano. La tensione è alle stelle con le forze dell’ordine che fanno ricorso all’utilizzo di lacrimogeni. Poco dopo le 23:00, dopo due ore di rivolta, la situazione è rientrata alla normalità. Medicato un agente rimasto ferito, gli ospiti sono tornati progressivamente nei settori assegnati. […]
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