Bologna, violenza sessuale nel palazzo occupato

violentata

Il primo a picchiarla sarebbe stato il marito. Lo stesso che più tardi l’avrebbe violentata costringendola ad avere un rapporto sessuale con lui e con un suo amico

Così ha denunciato la vittima, una trentenne di origine tunisina e mamma di due bimbi piccoli. La violenza sessuale si sarebbe consumata tra le mura di una delle case occupate nel palazzo popolare di via de’ Carracci 63, dallo scorso ottobre occupato dal collettivo Plat e in cui vive una trentina di famiglie, e in cui anche la donna, insieme ai suoi figli e al marito, avevano trovato rifugio. Il terribile episodio risale a un paio di mesi fa e sulla vicenda il pm Giampiero Nascimbeni ha aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata.

Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia Bologna Centro, sono partite dopo che la donna si è rivolta alla Polizia ferroviaria della stazione, subito dopo essere fuggita dai suoi aggressori: sotto shock, aveva riferito agli agenti soltanto di non sentirsi bene. Immediata la chiamata al 118 e il trasporto al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore. Davanti ai medici, la trentenne ha raccontato di essere stata violentata.

Raggiunta sul posto dai carabinieri allertati dallo staff medico (come previsto dal protocollo Eva per le vittime di violenza sessuale), la donna ha confermato la sua versione: già in altre occasioni il marito l’aveva picchiata e quel giorno era andato persino oltre, costringendola ad avere un rapporto sessuale con lui e con un altro ospite amico di lui, anch’egli inquilino del ‘condominio sociale’ ed entrambi connazionali. Dimessa dall’ospedale, la trentenne è stata presa in carico dai servizi sociali. Sui due uomini continuano a indagare i militari.
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