Gaza, ricostruzione sostenibile affidata all’Università Iuav di Venezia

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Venezia, 25 giu. – Una buona ricostruzione che favorisca e possa contribuire al mantenimento della pace. È questo il compito assegnato all’Università Iuav di Venezia da parte dello United Nations Development Programme (UNDP). L’accordo con le Nazioni Unite, evento raro a livello accademico, prevede che l’ateneo, che possiede una posizione istituzionale e del tutto neutrale, offra la sua consulenza per la definizione di una strategia per la Striscia di Gaza e per la gestione di un’ampia gamma di temi, che vanno dalla pianificazione territoriale, al disegno urbano sostenibile; dalla progettazione strategica, alla ricerca di soluzioni tecnologiche per confronto con il cambiamento climatico; dalla conservazione del patrimonio materiale e immateriale, al progetto di architettura.

Qualcosa, come sottolineato anche da Benno Albrecht, Rettore dell’Università Iuav di Venezia, di storico.”Questo è un accordo storico tra Iuav e United Nations Development Programme che è una grandissima agenzia delle Nazioni Unite.

Ci hanno chiesto di partecipare e indirizzare quelle che potrebbero essere le politiche di ricostruzione di Gaza. Oggi sono venuti qui a Venezia i rappresentati delle Nazioni Unite palestinesi per presentare pubblicamente e dare conto di questo progetto”. Il progetto strategico di Iuav immaginato per Gaza nasce dalle esperienze maturate negli anni e presentate in maniera organica nel libro Cities Under Pressure – A design Strategy for Urban Reconstruction, frutto di un lavoro decennale dell’ateneo, che da tempo ha avviato studi in una serie di zone calde del mondo, dalla Siria all’Iraq, passando per l’Ucraina.”Più recentemente ci hanno chiesto la nostra collaborazione – detto Albrecht – anche alcune città dell’Ucraina e alcune università dell’Ucraina per comprendere il nostro metodo di lavoro. Attualmente stiamo lavorando sulla città di Mosul in Iraq per la ricostruzione e abbiamo lavorato con varie agenzie internazionali, tra cui la Word Bank”.

Il progetto si configura come una strategia aperta, che prenderà forma grazie a un dialogo costante e continuo con le istituzioni e le comunità locali e che si svolgerà a stretto contatto anche con lo United Nations Development Programme, presente nella persona di Sufian Mushasha, Senior Policy Advisor di UNDP.

“Questo progetto rappresenta un importante step che richiede un’attenta programmazione tecnica per essere sicuri che Gaza venga ricostruita anche in maniera innovativa. Sappiamo che il programma troverà attuazione solo al termine della guerra, ma dobbiamo lavorare e portare avanti questo progetto pensando già da oggi alla Gaza del futuro. Questo accordo è centrale nel piano di ricostruzione della Striscia di Gaza, i nostri colleghi sono già al lavoro sull’urbanistica immaginando anche a delle soluzioni per garantire le migliori collocazioni temporanee possibili a tutti i cittadini che sono rimasti senza casa. Ogni aspetto di questo progetto è rivolto al futuro di Gaza, affinché la vita ed anche le attività economiche possano tornare alla normalità dopo la guerra”. Una modalità di progettare, dunque, che non si cala dall’alto, ma intercetta le necessità che vengono dal basso e considera attentamente e continuamente le condizioni del territorio.  ASKANEWS

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