Il presidente russo Vladimir Putin potrebbe andare in Svizzera per i negoziati senza essere arrestato, nonostante il mandato d’arresto emesso contro di lui dalla Corte penale internazionale (CPI). Ma ci vorrebbe una decisione del governo di Berna, ha detto Viola Amherd, presidente federale della Svizzera. “Ci sono delle eccezioni” in caso di trattative, ha spiegato alla stampa il presidente della Confederazione a Burgenstock, alla fine del vertice di pace per l’Ucraina. Se si dovesse verificare questa situazione, il ministro degli Esteri Ignazio Cassis, ha suggerito di avviare un dialogo anche con la CPI.
“Si potrebbe organizzare. Le nostre leggi lo permetterebbero. Certo dovremmo farlo in accordo con la Cpi. In questo caso il Paese ospitante potrebbe fare delle eccezioni, ad esempio per i negoziati di pace”, ha spiegato Cassis. “Ciò richiederebbe però una decisione del governo” ha aggiunto.La Svizzera si è inoltre detta pronta a organizzare, se richiesto, incontri di follow-up a livello tecnico. E vuole dialogare con i Paesi che non hanno partecipato alla conferenza di Burgenstock, che si chiude oggi. “Riprenderemo sicuramente i contatti” con questi Paesi, ha dichiarato la presidente della Confederazione.
Il presidente brasiliano Luiz Inazio Lula da Silva ha offerto l’aiuto del suo Paese per cercare di avvicinare Kiev e Mosca. “Faremo un debriefing” anche con la Russia, ha detto Cassis. Dobbiamo vedere “come possiamo convergere” con gli approcci cinese e brasiliano alla pace in Ucraina, ha insistito.Intanto 84 delle circa 100 delegazioni presenti all’odierno vertice per la pace in Ucraina hanno firmato la dichiarazione finale. Non c’è stato alcun sostegno da parte degli stati Brics come India, Brasile e Sud Africa.
La dichiarazione sottolinea l’integrità territoriale dell’Ucraina. E afferma che il raggiungimento della pace richiede l’inclusione e il dialogo tra tutte le parti. Secondo la presidente federale Viola Amherd non c’è accordo su come includere la Russia nel processo di pace. (askanews)