Speranza in tribunale contro lo scrittore Davide Rossi

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L’ex ministro della Salute Roberto Speranza era presente in Tribunale  il 6 giugno a Perugia per l’udienza del processo per diffamazione nei confronti di Davide Rossi, autore, dottore in Giurisprudenza e analista politico, dopo la pubblicazione del libro “La Fabian Society e la Pandemia: come si arriva alla dittatura“.

Nel libro, l’autore racconta dell’organizzazione inglese e della gestione dell’emergenza Covid in Italia. Pubblicazione che non ha incontrato, quindi, il gradimento dell’ex ministro Speranza che si è sentito diffamato e ha deciso di presentare una querela nei confronti dell’autore. Il processo è stato spostato a Perugia per competenza.

In un post sul suo profilo Facebook, nel momento in cui è stato avvisato della richiesta di rinvio a giudizio, Rossi scriveva:

“Dunque, l’ex ministro della salute Roberto Speranza mi ha querelato per diffamazione a causa del libro ‘La Fabian Society e la pandemia: come si arriva alla dittatura’. Che un uomo così potente abbia deciso di attaccare in questo modo uno scrittore esordiente e che pubblica con un piccolo editore, significa che il libro ha dato molto fastidio. Questa vicenda riguarda tutti, perché sarà rivelatrice per capire se l’Italia è ancora un Paese civile. Se in questa nostra democrazia è ancora consentito esprimere una critica politica circostanziata, e nella massima continenza verbale, ad uno che ha avuto il potere di chiuderci in casa, di impedirci di lavorare, di vedere i nostri cari. Di togliere i mezzi di sostentamento a chi decideva di non assumere un farmaco nuovo. Brutto segnale processare un libro. Andrò verso questo confronto giudiziario non come se fosse una guerra ma semplicemente raccontando la mia verità, i risultati dei miei studi. Se mi opponessi alla sua forza con la forza ne sarei ovviamente travolto. Lui ha l’immunità parlamentare, mezzi economici di gran lunga superiori ai miei e relazioni importanti. Il mio obiettivo non era e non è diffamarlo. Piuttosto ho ritenuto, sulla base di una ricerca, che la gestione politica della vicenda di questi anni si inscriva dentro un ben preciso orizzonte culturale e politico”.
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