La flotta delle Ong si arricchisce di una nuova nave che sarà operativa dalle prossime settimane nel Mediterraneo centrale per il recupero dei migranti
di Francesca Galici – La Sea-Eye 5 è una grossa imbarcazione che diventerà l’ammiraglia della flotta dell’omonima Ong, finanziata da United4Rescue. Lunga diverse decine di metri, può accogliere a bordo più persone di altre navi della flotta civile. Anche questa batte bandiera tedesca, si prepara a sfidare l’Italia, e sarà in mare dopo l’adeguamento tecnologico delle sue strumentazioni di bordo.
Senza nasconderlo, le organizzazioni tedesche stanno mettendo in mare questa nave per lanciare l’ennesima sfida all’Italia e alle sue politiche contro l’immigrazione irregolare, che sono le stesse sulle quali si sta orientando da tempo anche l’Unione europea. Ma in totale spregio delle regole e delle leggi, le Ong proseguono nelle loro operazioni, che facilitano l’ingresso di migranti irregolari all’interno dei confini europei, la maggior parte dei quali non hanno alcun diritto di protezione umanitaria.
“Mentre l’Italia rende il nostro lavoro più difficile a causa dei porti lontani e delle restrizioni, la Germania continua a lavorare su una riforma dell’ordinanza sulla sicurezza delle navi private per limitare l’uso di piccole imbarcazioni e imbarcazioni da diporto per il salvataggio in mare”, ha dichiarato Gorden Isler, presidente di Sea-Eye e.V. Per questo motivo, aggiunge, “insieme alle nostre organizzazioni partner, diamo l’esempio inviando una nave, la cui idoneità non può essere messa in discussione né in Italia né in Germania”.
Una nave così grossa si presuppone venga utilizzata per un alto numero di persone recuperate in mare ma la legge italiana impone alle navi private di effettuare un solo intervento per poi dirigersi verso il porto assegnato. La Sea Eye 5, che può agevolmente ospitare oltre 100 migranti a bordo, chiederà il porto in altri Paesi o continuerà a rivolgersi all’Italia, rischiando di fare viaggi lunghi e con poche decine di irregolari a bordo per volta?
La nave è costata oltre 450mila euro, di cui 200mila sono stati versati da United4Rescue, che si occupa di finanziare le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Questa organizzazione, promossa dalla Chiesa evangelica tedesca e sostenuta da oltre 900 partner, ha lanciato oggi una campagna di raccolta fondi.
“Le nostre navi si trovano ad affrontare forti difficoltà politiche e continui ostacoli da parte delle autorità. La Sea Eye 5 è la nostra risposta a questo”, sono le parole di Sandra Bils, membro del Consiglio di amministrazione di United4Rescue.
www.ilgiornale.it