2 giugno, la protesta degli incursori davanti all’Altare della Patria

protesta degli incursori

Dieci rose rosse lasciate cadere di fronte all’Altare della patria. È la protesta silenziosa dei militari del Comsubin ( il Comando Subacquei ed Incursori) alla parata del 2 giugno. A loro era stato dato un ordine preciso, non gradito ma eseguito in silenzio: «Vietato gridare “Decima!” durante la grande sfilata per la Festa della Repubblica». Il grido di battaglia degli incursori Sul grido di battaglia che contraddistingue per tradizione il reparto speciale infatti l’anno scorso era scoppiata la polemica, anche perché l’urlo che risuonò forte ai Fori imperiali scatenò l’esultanza del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Il riferimento del saluto (che ha generato la polemica) è alla Decima Flottiglia Mas ( X Flottiglia M.A.S), il corpo militare che combatté sotto le insegne della Regia Marina durante la seconda guerra mondiale. La stessa a cui ha fatto riferimento pochi giorni fa, il generale Vannacci nel suo spot elettorale, scatenando le polemiche.

I militari quest’anno hanno obbedito all’ordine di evitare il grido di battaglia, ma per difendere la tradizione hanno fatto cadere 10 rose rosse davanti all’Altare della Patria: «Quelle rose sono dedicate ai nostri caduti, un omaggio alle medaglie d’oro conquistate in tante missioni e battaglia. Il nostro grido non è politico e infatti si è sempre sentito, qualsiasi governo fosse al potere». messaggero.it