Il mistero resta, quasi 48 ore dopo la scoperta, sabato 1 giugno, davanti alla Torre Eiffel, di cinque bare ricoperte di bandiere tricolori e con la scritta: “Soldati francesi morti in Ucraina”.
Queste bare sono state deposte da tre persone al mattino, sul Quai Branly. Per far credere ai passanti che non erano vuote, le bare erano state riempite con sacchi di gesso. Due sospettati hanno tentato di fuggire dal paese.
L’autista del furgone che trasportava il materiale e gli indagati sono stati arrestati nei pressi della Torre Eiffel grazie ad un “rapido dispiegamento di personale di polizia”.
Sono stati mobilitati gli artificieri del laboratorio centrale della questura di Parigi e l’unità cinofila, specializzata nella ricerca di esplosivi. È stata effettuata una prima ricognizione utilizzando un robot telecomandato, prima di lasciare il posto a tre cani dell’unità cinofila. In circa due ore è stato fugato ogni dubbio sul contenuto delle bare, poi è stato allentato il perimetro di sicurezza.
I complici dell’autista sono stati arrestati poche ore dopo, nel pomeriggio, “mentre si preparavano a prendere un autobus per Berlino” alla stazione degli autobus di Bercy, secondo una fonte della polizia.
Un’indagine aperta
Questi tre individui sono stati messi in custodia di polizia per “violenza premeditata”. Sono stati deferiti domenica sera con l’obiettivo di aprire un’indagine giudiziaria, ha detto a BFMTV la procura di Parigi.
L’autista del furgone è un uomo di nazionalità bulgara che durante il suo arresto ha dichiarato di essere stato “pagato 40 euro” per depositare in questo luogo due sconosciuti e le cinque bare. I suoi due complici sono nati in Germania e Ucraina.
È in corso un’indagine per determinare “possibili interferenze straniere”. Le indagini sono affidate alla Sicurezza territoriale di Parigi.
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