Gli Stati Uniti e l’Europa stanno intraprendendo passi per acquisire o produrre vaccini contro l’influenza aviaria H5N1, che potrebbero essere utilizzati per proteggere pollame e lavoratori lattiero-caseari, veterinari e tecnici di laboratorio a rischio. Lo ha riferito la Reuters sul suo sito, citando funzionari governativi, dopo un paio di casi di contagio nell’uomo.
“Mi sembra che si stiano intensificando sempre di più i segnali che questo virus” dell’influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (Hpai) “è veramente molto poliedrico e camaleontico. Passa da una specie all’altra con una velocità e una facilità che e me fanno molta paura, perché ogni volta che passa da un tipo di animale a un altro ci può essere una mutazione”.
Lo ha sottolineato all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando il rilevamento del patogeno anche negli alpaca in Usa.
“Un altro segnale di preoccupazione”, ha osservato l’esperto. “Questo virus si sta avvicinando sempre di più all’uomo”, ha evidenziato Bassetti. “Mi fa sicuramente più paura la sua presenza nei bovini da latte che non negli alpaca – precisa – nel senso che è molto più vicino all’uomo il bovino da latte che non l’alpaca. Ma certamente – ribadisce l’infettivologo – sono tutti segnali molto importanti di questa continua mutabilità, camaleonticità e capacità” del virus Hpai H5N1 “di passare da una specie all’altra”. https://www.iltempo.it