Mettevano nel mirino le prede, le seguivano fin dentro le loro abitazioni, poi le aggredivano e le derubavano
ROMA – A sgominare la banda che ha commesso furti all’Esquilino, nella zona di Borgo, Monti e in Prati, sono stati gli investigatori della squadra mobile e dagli agenti del commissariato Esquilino. A capo del gruppo un 41enne ucraino, finito in carcere. Ad aiutalo due connazionali di 36, 39 anni indagati. I colpi tra i mesi di luglio e agosto dello scorso anno. Stando alla ricostruzione, uno di loro, un uomo alto e con un tatuaggio al collo, si presentava a casa della vittima di turno con una scusa, si faceva aprire la porta, poi la prendeva per il collo. Nel frattempo, i suoi complici entravano in casa e rubavano denaro, gioielli, borse di valore. .
Dalla denuncia di una delle tre donne vittime dell’uomo tatuato che in quel caso si era mosso da solo, aveva adescato la vittima su un sito di incontri ed era riuscito a fissare un appuntamento in un B&B. Lì si era presentato come il “Dottor Giovanni”. Una volta in stanza l’ha bloccata e poi l’ha rapinata.
Le altre denunce hanno fatto il resto. Prima delle rapine, infatti, due dei tre uomini si incontravano in zona Vitinia, nei pressi delle loro abitazioni. E poi, insieme, si spostavano verso casa del terzo complice, in zona Prenestina. Da lì partivano in “missione”.
Dai primi accertamenti svolti, soprattutto dalla localizzazione satellitare dei telefoni degli indagati, sono emersi elementi che hanno confermato senza ombra di dubbio la presenza dei presunti autori delle rapine sullo scenario dei delitti. L’ucraino di 41 anni è finito in carcere. Gli altri sono indagati.
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