Le autorità britanniche e il servizio sanitario pubblico del Paese hanno consapevolmente esposto decine di migliaia di pazienti a infezioni mortali, attraverso il sangue e gli emoderivati contaminati e hanno nascosto la verità sul disastro per decenni.Lo ha scoperto un’inchiesta sullo scandalo del sangue infetto in Gran Bretagna. Si stima che circa 3mila persone siano morte.
Le vittime
Circa 1.250 persone affette da disturbi emorragici, tra cui 380 bambini, sono state infettate da prodotti ematici contaminati dall’HIV. Tre quarti di loro sono morti. Altre 5.000 persone che hanno ricevuto gli emoderivati hanno sviluppato l’epatite C cronica, un tipo di infezione del fegato. Nel frattempo, si stima che altre 26.800 persone siano state infettate dall’epatite C dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue, spesso somministrate negli ospedali dopo un parto, un intervento chirurgico o un incidente.
Le autorità hanno rifiutato di ammettere le proprie responsabilità
L’ex giudice Brian Langstaff, che ha presieduto l’inchiesta, ha criticato i governi e i professionisti del settore medico per “un catalogo di fallimenti” e il rifiuto di ammettere le proprie responsabilità per salvare la faccia e le spese.
“Hanno insabbiato lo scandalo”
Nell’inchiesta è emerso che sono stati compiuti tentativi deliberati per nascondere lo scandalo e ci sono prove che i funzionari governativi hanno distrutto i documenti. “Questo disastro non è stato un incidente. Le infezioni si sono verificate perché le autorità (i medici, i servizi trasfusionali e i governi che si sono succeduti) non hanno messo al primo posto la sicurezza dei pazienti”, ha detto, “la risposta delle autorità è servita ad aggravare le sofferenze delle persone”.
I tempi dell’indagine
L’inchiesta è stata approvata nel 2017 e negli ultimi quattro anni ha esaminato le prove di oltre 5.000 testimoni e più di 100.000 documenti.
I pazienti infettati
Molte delle persone colpite erano affette da emofilia, una patologia che influisce sulla capacita’ del sangue di coagulare. Negli anni ’70, ai pazienti fu somministrato un nuovo trattamento che la Gran Bretagna importò dagli Stati Uniti. Parte del plasma utilizzato per produrre gli emoderivati era stato però rintracciato da donatori ad alto rischio, tra cui detenuti, che venivano pagati per fornire campioni di sangue. Poiché i produttori del trattamento mescolavano plasma proveniente da migliaia di donazioni, un donatore infetto comprometteva l’intero lotto.
Decessi e malattie avrebbero potuto essere evitati
Il rapporto afferma che molti dei decessi e delle malattie avrebbero potuto essere evitati se il governo avesse preso provvedimenti per affrontare i rischi legati alle trasfusioni di sangue o all’uso di emoderivati. Secondo l’inchiesta, fin dagli anni ’40 e dai primi anni ’80 era noto che l’epatite e l’Aids potevano essere trasmesse in questo modo.
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