Patto di stabilità, per l’Italia correzione da 10 miliardi all’anno

euro cappio

Uno spazio di manovra dei conti pubblici ridotto di circa 10 miliardi l’anno nei prossimi sette per rispettare le regole del nuovo patto di stabilità UE

Si fa più chiara l’attesa sull’impatto per i conti italiani delle nuove regole economiche europee. L’idea è che si vada verso una richiesta di aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6% del Pil in 7 anni, un valore pari a circa 10 miliardi l’anno: in altre parole una capacità di spesa che si farà più stretta dall’anno prossimo in poi, una correzione che viene già considerata dal Def sui saldi 2024-25 e che, dopo l’indicazione della Commissione Ue, influenzerà anche gli anni successivi.

Dopo settimane di incognita sull’impatto concreto di alcuni dei molti paletti e salvaguardie via via inserite su richiesta dei Paesi frugali, quel che sta emergendo secondo più fonti europee convergenti è l’idea che alla fine si vada comunque verso un conto da circa 10 miliardi per Roma. Non dovrebbero esserci richieste di correzione diverse all’applicazione del cosiddetto ‘braccio preventivo’ del Patto, che per l’Italia prevedrà piani di spesa che garantiscano da subito un calo del debito pubblico per almeno l’1% all’anno, e del cosiddetto ‘braccio correttivo’, che chiede un aggiustamento strutturale del deficit per almeno lo 0,5% del Pil per farlo rientrare entro il 3% del Pil (al 7,4% a fine 2023 secondo Eurostat).

“Sarà un risultato convergente anche se i due regolamenti non lo prevedono esplicitamente”, ha spiegato un alto funzionario europeo. La ‘traiettoria’ sarà data a Roma dalla Commissione il 21 giugno, partirà poi un dialogo tecnico, con la presentazione quindi del piano pluriennale di spesa entro il 20 settembre.

DISAVANZO ECCESSIVO

Quanto alla procedura per disavanzo eccessivo, formalmente sarà aperta il 19 giugno, a stretto giro la Commissione dovrebbe dare la propria opinione, mentre dovrebbe arrivare solo a novembre la raccomandazione per il rientro del deficit: gli step della procedura per disavanzo previsti dai trattati prevedono relazione, parere, e raccomandazione, quando cioè Bruxelles presenta il ‘conto’. Nei primi tre anni di procedura verrà tenuto conto del maggior costo degli interessi. Alla fine comunque il punto di caduta è atteso attorno ai 10 miliardi, salvo diverse elaborazioni sulla ‘traiettoria’ che già nelle prossime quattro settimane usciranno dagli uffici della Commissione. Se poi il tendenziale di spesa sarà diverso Roma ne dovrà tener conto. Nel Def la differenza del saldo strutturale 24-25 ha già considerato questa differenza. Ovviamente l’indicazione Ue dovrà poi essere tenuta in conto anche negli anni successivi.

Si tratta al momento di attese non ancora cristallizzate e decise formalmente, non solo sulla ‘traiettoria di riferimento’ per l’Italia, ma anche rispetto al fatto che la raccomandazione sulla procedura per deficit arrivi solo a novembre. La Commissione sta avendo un dialogo con gli Stati al riguardo. Il nodo è sempre quello delle ‘salvaguardie’ chieste da alcuni Paesi sul rientro del debito e del deficit di Paesi come l’Italia. “A noi importa che le procedure per disavanzo siano davvero aperte – ha spiegato il diplomatico di un Paese ‘frugale’ -. Poi dal punto di vista sostanziale non ci attendiamo grandi differenze”.
TiscaliNews